Il Piano del Porto è un atto di rilevanza eccezionale: infatti, il porto rappresenta un nodo fondamentale del necessario sviluppo economico della città, in particolar modo per la sua strettissima connessione con la limitrofa area ex Sacelit.
Ebbene, pur di fronte alla condivisa valutazione circa la strategicità di questo pratica sottoposta all’esame del Consiglio Comunale, la maggioranza e la giunta hanno fatto di tutto affinché l’apporto e la collaborazione proficua dell’opposizione e della città più in generale, fosse vanificata ed umiliata.
Ma partiamo dall’inizio: su questo provvedimento
le categorie economiche e sociali non sono state assolutamente prese in considerazione. Insomma, i soggetti che saranno i primi fruitori della struttura portuale non sono stati chiamati ad un confronto serio e partecipativo con l’amministrazione.
A ciò si aggiunga che
i soggetti che d’altro canto subiranno gli effetti negativi del provvedimento non sono stati informati dei danni che subiranno, se non fosse per il buonsenso dell’opposizione che li ha direttamente contattati.
Tra questi merita di essere citata la situazione dell’
Hotel Duchi della Rovere, di fronte al quale la strettissima
via Corridoni verrà trasformata, con questo piano,
in una strada a doppio senso di marcia, che rappresenterà una delle vie più trafficate e centrali del nuovo sistema viario, attraverso la quale potrà essere raggiunto il lungomare di ponente mediante un ponte di collegamento. Follia!
Dopo una falsa partenza in consiglio comunale della pratica, poco meno di una settimana fa, quando l’opposizione ha scoperto che vi era un vizio di procedimento grosso come una casa ed è così riuscita a bloccare l’esame del provvedimento, il Piano è giunto in aula.
Ebbene dopo l’illustrazione dell’assessore Mangialardi, come al solito il colpo di teatro e di mano della maggioranza.
La vecchia tattica del “maxi emendamento” che di fatto avrebbe stravolto e sovvertito l’intero contenuto del provvedimento, scavalcando gli stessi confini del Piano del Porto.
Un copione già visto, basti citare l’infausto precedente verificatosi in occasione del Piano dell’Arceviese nel 2007. Non paghi di questo atto di prepotenza,
la giunta, per il tramite del dirigente all’urbanistica,
ha bocciato, con un artificio tecnico insulso,
gli emendamenti che responsabilmente le forze di opposizione avevano presentato alla pratica. Emendamenti assolutamente privi di intenti ostruzionistici, ma rivolti al vero miglioramento del Piano del Porto, che sono stati
bollati dal “tecnico” strapagato dall’amministrazione,
come non “regolarmente tecnici” perché – udite, udite! – avrebbero “spezzato l’unità logica del provvedimento”.
Non serve essere esperti del diritto o dei regolamenti consiliari per poter capire che la motivazione di
tale decisione non aveva alcuna valenza tecnica, ma del tutto politica. Ed è proprio qui, la gravità di tale situazione: nell’aver camuffato un “no” politico agli emendamenti dell’opposizione imposto dall’assessore Mangialardi, con un immotivato “no” tecnico, privo di fondamenti e legittimità.
Le proteste, forti e dure dei consiglieri di opposizione non sono servite a bloccare
l’arroganza ed il sovvertimento delle vere regole democratiche che la maggioranza ha compiuto anche in questa occasione.
Ma se la forza dei numeri del consiglio comunale da ragione all’arroganza di questi signori, siamo convinti che la prepotenza di Mangialardi & C. sarà punita dai cittadini di Senigallia.
dai gruppi consiliari PDL - Coordinamento Civico