E’ evidente, infatti, che riproporre a fine mandato la
medesima serie di progetti sulla casa già contenuti nel programma
di cinque anni fa equivale ad ammettere il fallimento di una politica che ha dedicato maggiore attenzione, tempo e risorse, ad una espansione edilizia non a misura dei cittadini senigalliesi, dei quali alcune centinaia ogni anno si trasferiscono nei
centri abitati del circondario, dove è possibile reperire alloggi da acquistare o affittare a prezzi accessibili.
Sia chiaro a tutti: dopo decine e decine di sedute di commissioni o consiglio dedicate ad espansioni sovrabbondanti (Arceviese) o di lusso (ex Enel, ex Sacelit ecc), il Comune di Senigallia non ha a disposizione un solo alloggio da destinare a situazioni di emergenza!
Affermare con forza queste gravi lacune, mal celate dalla propaganda sulla presunta “Senigallia a cinque stelle”, significa semplicemente dire il vero ed esercitare il
diritto democratico alla critica delle posizioni del governo cittadino. Del resto, non c’è alcun bisogno né intento da parte mia di offrire sponde alle iniziative provocatorie del Centro Sociale Mezza Canaja perché di sponde quei giovani ne trovano in grande abbondanza nelle lacune e negli errori di una
Giunta che non ha saputo prevenire le situazioni di disagio o di conflitto, non praticando il confronto e la collaborazione come stile irrinunciabile dell’azione amministrativa.
L'ho detto e lo ripeto: occorre ricondurre la vicenda degli alloggi occupati nell’ambito della legalità. Ma come è possibile farlo se si nega l’esistenza del problema della casa perché in modo interessato si vuol fare
propaganda sui propri inesistenti risultati?
Non è difficile prevedere che nei prossimi mesi, per gli effetti della crisi economica, un certo numero di nuclei familiari senigalliesi si troverà di fronte a problemi molto più seri sul versante della casa. Si sta preparando l’Amministrazione a fronteggiare questa emergenza? Con quali iniziative e in quali tempi?
Credo che sia
indispensabile mettere in campo politiche attente alle fasce sociali che sopportano (o sopporteranno) maggiore disagio perché ciò, oltre a risolvere o attenuare condizioni difficili, eviterebbe che alcuni ricorrano ad azioni eccessive o non condivisibili.
L'ho detto e lo ripeto: occorre ricondurre la vicenda degli
alloggi occupati nell’ambito della legalità. Ma
il Sindaco Angeloni afferma che non ci sarà mai un confronto con chi ha occupato perché si tratta di un atto illegale, come illegali sono le occupazioni delle fabbriche in crisi. Una simile posizione, apparentemente logica ma in realtà dogmatica, tradotta in pratica significa che la partita sarà giocata solamente dalla Chiesa e dal Centro Sociale, abbandonati a loro stessi, col
disimpegno completo suo e della Giunta. Ma il ruolo di mediazione della politica dove è andato a finire? Si è mai visto un Comune che sta a guardare e che rinuncia al suo dovere di affrontare e risolvere i problemi?
Purtroppo, siamo alle solite: una
posizione più adatta alla propaganda che ai fatti.
Del resto, il principio che non sia sufficiente alzare la voce per aver ragione vale anche per l’attuale Sindaco di Senigallia che, a mio parere, ancora non ha compreso la differenza tra dissenso ed illegalità. Mala tempora currunt."
da Roberto Mancini