Pubblicato domenica, 13 settembre 2009 16:37 - Letture Articolo 2245 - Condividi 
"Occhi aperti sulla scuola"
scuolaOgni individuo ha diritto all'istruzione… “ così inizia l’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1945. “Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione…” è l’esordio della Convenzione internazionale dei diritti dei minori del 1989. “Ogni persona ha diritto all'istruzione… e di accedere gratuitamente all'istruzione obbligatoria”  così recita l’ articolo 74 della Costituzione europea del 2004. “La scuola è aperta a tutti”: l’incipit dell’articolo 34 della Costituzione italiana del 1948.

I riferimenti legislativi trascritti ci aiutano a comprendere come il diritto alla scuola sia un diritto consolidato e radicato nella società internazionale da oltre sessant’anni senza alcuna distinzione tra i bambini, qualunque siano le loro condizioni fisiche, intellettive, sociali e religiose. Sappiamo però che la situazione scolastica mondiale nel complesso è ancora lontana dalla piena realizzazione di quanto approvato da dichiarazioni e convenzioni, ma in Italia, dal secondo dopoguerra ad oggi, il diritto allo studio era in larga misura divenuto una realtà.  Usiamo l’imperfetto “era” volutamente, perché in questi giorni come docenti italiani abbiamo effettivamente preso atto che non è più così. Le forbici in mano allo Stato hanno preso il sopravvento e, tagliando qua e là, hanno eliminato ore di scuola, servizi specifici agli alunni diversamente abili, ore alternative all’insegnamento della religione cattolica, finanziamenti ad attività progettuali. Il taglio è stato talmente radicale da non consentire neppure la prosecuzione di attività iniziate negli anni precedenti in classi già avviate, come i vari tempi prolungati nella scuola primaria e secondaria di primo grado.

Ma l’aspetto che desideriamo portare all’attenzione della società civile e in particolare delle famiglie con figli in età scolare è che, tagliando qua e là, l’Italia sta costruendo una scuola sempre più selettiva dove, in modo speciale, vengono lasciati ai margini gli alunni che necessitano di un sostegno scolastico, gli alunni con disagi di varia natura, gli alunni che provengono da altri paesi. E così, sotto i nostri occhi più o meno vigili, si sta smantellando un sistema scolastico frutto di impegno, di lotte, di sacrifici collettivi. Ai nostri alunni diversamente abili è chiesto uno sforzo ulteriore, lavorare in classi sempre più numerose con ore di sostegno sempre più scarse che lentamente andranno scomparendo. Alle loro famiglie un impegno maggiore nel provvedere ad un’istruzione di base che, in alcuni casi, la scuola italiana non sarà più in grado di offrire. Ad esempio nel nostro Istituto per otto alunni della scuola media sono state assegnate 58 ore di sostegno (7 ore per alunno; 8 circa per la scuola elementare). Per non affrontare poi il discorso dell’ora di religione cattolica dove, alle famiglie che non la scelgono, nella maggior parte straniere di altro credo religioso, sarà proposto non una attività alternativa, bensì di far entrare il figlio un’ora dopo l’inizio delle lezioni o di farlo uscire un’ora prima del termine. Senza considerare tutti gli aspetti relazionali e didattici legati all’accoglienza di chi arriva da lontano e necessita di attenzioni particolari. Le nostre famiglie, le famiglie italiane, sono pienamente consapevoli di quanto avviene a discapito dei propri figli?

Ai docenti viene chiesto un impegno sempre maggiore, una formazione continua in una scuola che deve stare al passo con i tempi, che deve aprirsi sempre più al mondo, che deve uscire da vecchi schemi educativi, che deve operare tra disagi giovanili sempre più complessi. Il tutto deve realizzarsi a “spese” personali, non solo in denaro, mettendo pezze qua e là dove lo Stato non arriva o non ha intenzione di arrivare. E’ opportuno e civilmente saggio continuare a compiere quest’opera di rammendatori della scuola pubblica? E’ veramente il bene dei  nostri ragazzi continuare a lavorare senza denunciare quanto sta avvenendo? Uno Stato che investe in spese militari somme ingenti e risparmia sull’educazione che futuro avrà? Cosa s’intravede all’orizzonte? Forse fumo che sale dalle macerie della scuola!? Al nostro impegno civile e al coraggio di aprire gli occhi per denunciare quanto avviene introno a noi, genitori, docenti, cittadini, è  affidato il domani dei nostri ragazzi.

dall'Istituto Comprensivo “Senigallia Nord – Mercantini”
www.senigallianord.it

Commenti
retorica
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-09-15 13:18:06
Cito dall'articolo: "Le nostre famiglie, le famiglie italiane, sono pienamente consapevoli di quanto avviene a discapito dei propri figli?" 
 
La domanda è massimamente retorica dati i risultati del voto, la censura della stampa governativa su questo, il riserbo dei dirigenti a far trapelare queste considerazioni di fatti oggettivi. 
La domanda è retorica ancor più perchè chi ha creduto all'innocenza del premier o quanto meno alla sua correttezza processuale crederà molto più facilmente al miglioramento del sistema scolastico e alla sua epocale rilevanza. Tutto vero per la rilevanza ma ahinoi di segno opposto a quella che il ministero sbandiera. Ai posteri la già nota e inascoltata sentenza.

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