Il GSA: compensazione più "elettorale" che ambientale. La città ancora senza progetto
Nei mesi scorsi si è molto parlato del Parco della Cesanella, come di un’opera finalmente in via di realizzazioni ed aspettavamo di conoscere l’ultima ipotesi progettuale per il parco. In attesa, ancora, di un progetto che evidentemente non c’è, vorremmo porre all’attenzione delle forze politiche e della pubblica opinione due questioni per noi fondamentali.
Il parco dovrebbe essere realizzato dalla Società Autostrade, come opera di mitigazione dell’impatto ambientale di fronte alla realizzazione della terza corsia autostradale e della cosiddetta complanare. Dette opere sono previste nell’accordo fra Comune di Senigallia e società concessionaria e ribadite dalla Regione Marche al momento del rilascio della necessaria autorizzazione paesaggistica.
Ci pare ovvio sottolineare come questi interventi debbano andare a beneficio e compensazione dei disagi sopportati dai residenti più vicini all’autostrada, un polmone verde aggiuntivo a quelli esistenti e programmati.
Realizzare il verde al Parco della Cesanella, dove era gia previsto da circa trenta anni, e relativamente lontano dai quartieri più danneggiati dalle nuove opere ci sembra un’escamotage, una furbata politica, al fine di poter affermare, in vista delle imminenti elezioni, che il Parco della Cesanella sta finalmente partendo.
Ma, ribadiamo, il verde che dovrà essere realizzato dalla Società Autostrada, per svolgere la prevista funzione di mitigazione e compensazione ambientale, dovrebbe essere innanzi tutto aggiuntivo e non sostitutivo di quello esistente o da decenni previsto dai piani e progetti urbanistici, ed anche il più vicino possibile alla fonte di inquinamento e alle sue potenziali vittime.
Altra questione è data dal tipo di impianto che si andrà a realizzare.
Si è parlato da più parti di “bosco urbano”; ma parco e bosco urbano sono due opere ben distinte, per modalità di realizzazione e funzioni.
Mentre è ben chiaro a tutti come sia un parco urbano, con alberate, vialetti, macchie di arbusti e fiori, prati, luoghi sosta, giochi, piste ciclabili; forse lo è meno il “bosco urbano”.
Quest’ultimo è visto come un vero bosco in ambito urbano, ha la funzione principale di abbattere l’inquinamento e migliore la qualità dell’aria, oltre che ad avere anche finalità didattiche e ricreative. Di solito l’impianto prevede la messa a dimora di essenze abbastanza giovani e ravvicinate, in rapporto di tre a una rispetto a quello che dovrà essere il suo aspetto definitivo; inoltre non potrà essere reso fruibile al pubblico se non dopo un minimo di cinque anni ed un massimo di dieci.
Un po’ come il “Bosco Topolino”, già presente sempre a Cesanella, tanto per capirci.
Per questi motivi è assolutamente indispensabile che la città sia messa in grado di visionare e discutere, quanto prima, l’eventuale progetto del parco.
Per il Parco della Cesanella ribadiamo come sia oramai tempo di lavorare su un progetto che definisca una volta per tutte quanta e quale superficie dell’area sarà effettivamente destinata a verde pubblico e su questa dare il via ad un primo processo di rinaturalizzazione, con anche la previsione delle strutture elementari che permettano un minimo di fruibilità utilizzando in primo luogo le risorse economiche derivanti dagli oneri di urbanizzazione riscossi dalle edificazioni in corso e future nella zona del parco, risorse che non possono finire sempre ed inesorabilmente a coprire le spese correnti.
dal Gruppo Società e Ambiente |