Foto usate e manipolate senza autorizzazione, il "padre" naturale insorge: "chiedete scusa"
Giorni fa ero da un amico ambulante e nell'attesa di essere servito ho visto una
copia del Vostro Logos sul bancone sotto la mercanzia, svogliatamente ho iniziato a guardarne le figure e sono incappato subito in una foto che ha attratto la mia attenzione.
La foto in questione è in prima pagina ed è chiaramente un fotomontaggio tra un famoso personaggio politico senigalliese e un luogo della nostra città.
Questa foto, in forme più o meno manipolate, circola da un anno, da quando venne scattata in una infuocata riunione consiliare dell'estate scorsa. Ne ho seguito un po' l'iter di essere prima stampata in centinaia di volantini distribuiti a mano ai cittadini per poi essere appesa in una
bacheca sul Corso II Giugno fino ad arrivare a meritare la prima pagina del Vostro foglio.
Fin qui nulla di strano anzi, le foto, come i figli, quando sono fatte poi camminano con le gambe loro, e quando sono fatte bene fanno evidentemente molta strada.
Il problema però è che
non mi è mai capitato di vedere indicata la paternità dell'autore reale della foto nelle varie centinaia di copie stampate in vari modi e vari periodi dell'anno. E questo vale anche per quella usata nel Vostro opuscolo (ignoranza non sarebbe invocabile in quanto la questione venne già sollevata mediaticamente da noto blogger senigalliese l’anno passato, vedasi:
http://lapiagadivelluto.splinder.com/post/18532330).
Ora, il fatto che Voi la scegliate per una prima pagina e altri prima di Voi per essere stampata e distribuita o ingigantita e attaccata nel corso di Senigallia fa supporre che Voi stessi riconosciate nella foto un indubbio valore artistico, reportaggistico o entrambi.
Allora Vi chiedo
perché mai non richiedere il permesso di utilizzo della foto in questione (che fu dato in via scritta solo ad una testata) e perché non indicare il nome dell'autore come segno di stima, apprezzamento, affetto, riconoscenza e riconoscimento di copyright?
L'autore, per essere persona disponibile e cordiale, Vi avrebbe certo dato grande disponibilità oltreché, essendo in possesso degli scatti in dimensioni originali, Vi avrebbe fornito di qualche copia meno sgranata o ingiallita di quella che siete costretti ad usare per averla scopiazzata di seconda o terza mano da qualche sito.
Ora non so se la disponibilità iniziale sussista ancora, ma tentar di riattizzarla con
pubblica ammenda sarebbe obbligatorio più ancora che doveroso. Le scuse sono una questione di stile oltre che di educazione al vivere civile e si fanno anche se non si è sicuri di poter essere perdonati; tanto più un giornalino che si erge a fustigatore morale dei costumi altrui dovrebbe fustigare prima di tutto se stesso per essere credibile e stimato dai suoi fruitori.
Nell’attesa siete invitati a non utilizzare ulteriormente la foto, né nella forma originale né in forme manipolate.
Con sti(g)ma,
Andrea Cesanelli