Giuseppe Gambelli: "Fallirà presto questo maldestro tentativo di cancellare un pezzo importante di passato"
Per scrivere sulla decisione della Corte Europea che vieta i crocefissi negli uffici e nelle scuole italiane, abbiamo atteso la fine del breve periodo delle reazioni, delle repliche e delle controrepliche, tutte interessate a stabilire, sul piano dei principi, un valore ideale, o religioso o ateo.
Sul piano pratico, in Italia la libertà religiosa è garantita, e a tutte le confessioni sono garantiti spazi e metodologie di insegnamento che non prevaricano la sensibilità di nessuno. In Italia la religione è occasione di dialogo e anche di espressione del diritto di critica. La simbologia religiosa, negli uffici pubblici, infastidisce cittadini provenienti da altri Stati, ed anche cittadini italiani, fino al punto che qualcuno ha ipotizzato che possa turbare il sentimento religioso o ateo di altri.
Il crocefisso in realtà ci indica e ci rimanda alle radici dei valori presenti nella nostra civiltà, che è nata con una certa storia, bella o brutta, fatta di alti e bassi, ed è quella, eppure questa memoria, che per qualcuno dovrebbe essere fede e per altri storia, infastidisce.
Al posto della riflessione, subentra uno scontro politico, che abbandona il valore della tolleranza delle identità di tutti, quando si scontrano gli estremismi. La presenza del crocefisso non dà fastidio a chi ricorda che quel simbolo rappresenta l’identità storica dell’Italia, che si è unita nei valori cristiani e socialisti scritti nella Carta Costituzionale.
Nessuna sentenza potrà mai cancellare la traccia della memoria dei valori sui quali è nata l’odierna idea dello Stato moderno in cui abbiamo vissuto in pace, con le garanzie dei diritti civili e politici declinati nella Costituzione, che è il punto più alto dell’incontro fra le diverse sensibilità etiche presenti. E’ un atto di forza l’imporre ad uno Stato sovrano, che riconosce la libertà religiosa, di togliere un simbolo delle proprie radici cristiane dalle scuole. La storia di un popolo deve essere compresa, ed invece diviene oggetto di proibizione, ma non si cancella con un colpo di spugna. E’ come riscrivere la storia italiana e rendere il nostro Paese forzosamente conformato ad uno spirito ed a valori che appartengono a Paesi lontani o dell’ Europa del Nord, secondo i quali i cattolici devono iniziare a fare dei passi indietro, iniziando dalle scuole, fino ad arrivare al negazionismo dell’identità storica.
La questione non va affrontata solo dal punto di vista legale, ma anche dal punto di vista etico. Fallirà presto questo maldestro tentativo di cancellare un pezzo importante di passato, che è importante anche per chi non crede, perché serve a capire il senso del valore di appartenere ad una Nazione, così come avviene in altri Paesi, grazie alle simbologie di altre religioni non integraliste, che si ritrovano senza problemi nelle varie bandiere, negli inni nazionali e negli uffici pubblici, senza che qualche Giudice senza altri problemi più importanti da trattare ordini di toglierli.
L’UdC unisce i democratici cristiani e i democratici di centro, nell’idea che nessun valore etico debba essere umiliato, come invece sta accadendo. I valori cristiani sono fondamentali, come quelli laici, per rifondare un’idea di Stato moderno e superare l’attuale disinteresse verso il bene comune, dal quale nasce l’affarismo e la corruzione.
da UdC Senigallia |
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-11-10 21:40:15 il crocifisso nn si toglie dalle scuole e basta!!! | Benissimo ... Scritto da Visitatore anonimo il 2009-11-11 08:27:36 Benissimo. Con la rimozione del Crocefisso, pretendo la rimozione di ogni altra forma di pubblicità ad ogni altra forma di religione. No ai poster inneggianti allo pneumatico, alle mutande nuove, alle auto, alle scarpe, ai gadget di ogni tipo, alle grandi sorelle, ai film, ai profumi, e quant'altro ogni giorno ruba la mia attenzione e soprattutto la mia libertà di ignorare. No alle interruzioni pubblicitarie di qualunque forma e tipo. La legge è uguale per tutte le 'religioni'. Era ora. Rosello Biondi. | La premessa prometteva bene, i contenuti Scritto da Visitatore anonimo il 2009-11-11 08:56:04 Capisco che un partito come l'UDC, che dichiaratamente si definisce partito dei cattolici, cerchi di difendere le sue bandierine con le unghie e con i denti. Lo fa addirittura il PD!! Quello che non capisco è come si possa insistere su posizioni che si oppongono a una sentenza che, se guardata oltre i paraocchi confessionali, non si può che definire ineccepibile. Per farlo l'UDC ricorre a una serie di bugie e di falsi storici. Infatti: 1) L'art. 7 della Costituzione Italiana sancisce che Stato e Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, sovrani e indipendenti. 2) Inoltre, come sottolineato dall'art.4 della sentenza n.203 della Corte Costituzionale, per la Costituzione Italiana la laicità è un "principio supremo dello Stato", che si struttura negli artt. 7, 8 e 20; "Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale." Nonostante questo ancora ci portiamo dietro il Concordato che attribuisce dei privilegi (in contrasto con la Costituzione) alla religione cattolica. 3) L'unità d'Italia è avvenuta nonostante lo Stato Pontificio e non grazie ad esso (breccia di Porta Pia). 4) I giudici, che secondo l'UDC avrebbero dovuto occuparsi d'altro, sono stati chiamati da un cittadino a pronunciarsi su una presunta violazione dei suoi diritti (che si è rivelata tale). Cosa avrebbero dovuto rispondergli? No grazie, abbiamo cose più importanti da fare? 5) Non c'è nessun atto di forza da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo nei confronti dello Stato sovrano italiano. L'Italia nel 1950 ha firmato la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo che prevede il principio di EQUIDISTANZA DELLO STATO DA TUTTE LE RELIGIONI. L'Italia è semplicemente stata chiamata a rispettare quello che ha sottoscritto. 6)I valori non sono un'esclusiva delle religioni, nè quindi della religione cattolica. Uno Stato dovrebbe laicamente ispirarsi ai valori che garantiscano l'uguaglianza e il rispetto dei diritti di tutti i suoi cittadini (probabilmente ce ne saranno molti in comune con i principi adottati dalla religione cattolica). Dovrebbe riconoscere quei valori senza necessariamente abbracciare o favorire una religione. Utopisticamente mi auguro di vedere presto una politica italiana meno appecorata di fronte allo Stato Vaticano e più sensibile al rispetto dei diritti di tutti, anche di quelle minoranze che portano meno voti. Nel frattempo credo che togliere il crocefisso sia un passo verso una maggiore libertà di scelta e di pensiero, senza imposizioni o condizionamenti sulla base di presunte radici o tradizioni nazionali. Un passo verso l'eliminazione dell'uguale e del diverso. | |