In questi giorni, la domanda che più d’ogni altra mi viene rivolta dai cittadini è inerente la competizione elettorale che contrappone Maurizio Mangialardi a Francesca Paci: entrambi candidabili a rappresentare la coalizione di centro sinistra al governo della nostra Senigallia. In un primo momento, questa curiosità mi ha infastidito, poi ho capito che un amministratore ha il dovere di esprimere le proprie opinioni, per quel che valgano, pubblicamente.
Il condividere un’esperienza comune, vivendo gomito a gomito fatti politici e problemi amministrativi, mi ha fatto conoscere più a fondo l’idealità, la personalità e la conoscenza tecnica di Maurizio tanto da indurmi ad appoggiarlo nel sogno di rappresentare la città in qualità di Sindaco.
E' di tutta evidenza che immagina il partito come un luogo fisico ed ideale adatto a garantire uno spazio d’eguale dignità ad esperienze culturalmente diverse, momento d’ascolto fra intelligenze che non partono dal presupposto d’essere uniche depositarie della ragione ma sappiano guardare ad una costruzione comune che, come tale, appare superiore all’interesse delle singole parti.
E' mia opinione che, dopo anni d’amministrazione attiva in qualità d’assessore ai lavori pubblici ma anche all’urbanistica, abbia accumulato conoscenze tecniche e capacità amministrativa tali da poter gestire un sistema complesso com’è una cittadina delle dimensioni della nostra Senigallia: il governo della macchina amministrativa, la frequentazione dei livelli superiori come provincia, regione e ministeri, il confronto con altri pezzi dello stato che, in diversa misura, interloquiscono costantemente con l’ente Comune ci fanno ben sperare che non parta dalla condizione di neofita della politica ma sappia fin dall’inizio condurre l’insieme con maestria.
Considero Maurizio una persona eclettica, versatile, propenso al lavoro di gruppo tanto da riconoscergli la possibilità di formare una squadra di governo (auspicherei la più qualificata possibile) fortemente motivata dal proprio Sindaco a dare il meglio di sè come insieme piuttosto che come unità singolarmente prese: la qualità dell’ascolto non gli manca.
Non so se, al cittadino senigalliese che m’interrogava, queste motivazioni saranno sufficienti, soddisfacenti o altro ma, tant’è, questa è la spiegazione che sentivo il dovere di esprimere pubblicamente.
da Michelangelo Guzzonato |