Intanto si sono sprecate le analisi sociali, politiche e religiose senza preoccuparsi più di tanto della coesione di questa famiglia, che è stata privata dei suoi figli e senza preoccuparsi del futuro di questi ultimi. Molti collegano questo avvenimento ad altri fatti di cronaca che hanno visto l’uccisione di rabazze da parte dei loro padri musulmani come la ragazza pakistana uccisa dal padre e quella marocchina anch’essa uccisa dal padre.
Questi padri avevano rifiutato assolutamente che le loro figlie avessero delle relazioni non regolari (all’infuori del matrimonio) con dei ragazzi del posto. Al riguardo, bisogna tener presente che ne le religioni musulmana, cattolica ed ebrea vietano queste relazioni ai di fuori del matrimonio. I fatti di cronaca che ho citato prima riguardano però padri musulmani, ma questo deve portare subito a concludere che i moventi siano di origine religiosa. Infatti
questi fatti riguardano solo le ragazze, perchè non si è mai sentito di un padre che abbia ucciso il figlio maschio per le stesse ragioni.
Questo significa che all’origine di tali delitti vi sono
motivazioni culturali e sociali perchè spesso il fatto che un padre lasci che la sua figlia intrecci una relazione non legale con qualche giovane. Qualora ciò avenisse e tutta la famiglia che sarà oggeto di pettegolezzi e dicerie insultanti da parte dei vicini, dei conscenti e dei parenti.
Ma anche quando ciò avviene, questo non porta all’uccisione, tranne in rarissimi casi.
E poi
in questi paesi la situazione della donna non è tutelata dalla legge, nè può beneficiare delle tutele e dei diritti della pari opportunità sancite da molte organismi internazionali e dall’Onu.
Per tornare al
Caso della famiglia Almas, li sono stati sottrati anche gli altri figli, con grave danno e sofferenza per questi ultimi e con ripercussioni sulla loro salute psichica che ne risentiranno per tutta la loro vita. Forse non hanno diritto questi ragazzi alla tenerezza del loro padre e all’amore e all’affetto di loro madre.
Giova osservare che
le politiche per l’integrazione sono miseramente fallite e risorse ingenti sono state spese senza nessun beneficio, e le relative responsabiltà sono a carico di chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica e dei partiti politici a cui interessano solo i voti. Anche le associazioni degli stranieri che li rappresentano solo di nome hanno la loro parte di repsonsabilità in tutto questo.
C’è da dire che
molti stranieri non s’integrano anche per il livello culturale che spesso è anche molto basso. I responsabili devono approntare veri progetti d’integrazione coinvolgendo prima di tutto i diretti interessati e gli immigrati e gli stranieri che si occupano di queste cose. Non bisogna dare l’occasione ai nemici dell’integrazione e soprattutto ad alcuni partiti della destra di sfruttare questi avvenimenti per le loro basse mire politiche.
da Abdellah Manyani