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Traffico animali, replica alle accuse dall'Informanimali di Senigallia |
In merito al recente allarme lanciato da ENPA Ancona, le volontarie Ludmila Cecchini e Roberta Benigni dello Sportello Informanimali, istituito dalla precedente amministrazione di Senigallia a scopo di sostegno e di informativa in favore di proprietari/conduttori di animali d'affezione, desiderano precisare quanto segue. L'allarme lanciato da ENPA Ancona, ancorché lanciato in buona fede, facendo seguito alle tante voci, mai provate né mai disdette, su eventuali traffici loschi verso la Germania e verso altri Paesi Europei occidentali, ha creato una grande apprensione presso il pubblico della nostra città. Questo ci induce a fare delle precisazioni. E' vero che noi volontarie dello sportello Informanimali di Senigallia, attraverso una signora tedesca, ma residente da molti anni a Senigallia, abbiamo avuto occasione di conoscere un'associazione animalista tedesca operante nel comune di Maintal (Francoforte sul Meno). L'Associazione, che si chiama Hundehilfe Hundeherzen ha lo scopo di far adottare da famiglie tedesche, alcuni cani ospitati da canili e/o rifugi esistenti in vari Paesi europei. La volontaria dello Sportello Informanimali di Senigallia, Roberta Benigni, si è recata appositamente a Maintal per appurare di persona come lavora l'Associazione tedesca e per conoscere delle famiglie che hanno adottato recentemente dei cani dalla Spagna. Le notizie prese sul posto, le foto fatte personalmente da Roberta Benigni, la sua decisione di seguire anche in futuro personalmente e con viaggi almeno annuali, la sorte dei cani dati in adozione, ci ha convinto che questa fosse una possibile strada per trovare una buona famiglia a qualche bestiola, altrimenti condannata innocentemente all'ergastolo del canile. Per quanto riguarda la presunta vendita, siamo sorpresi che la Sig.ra Falà dell'ENPA di Ancona non sappia che è civilissima pratica e perfettamente legale in Germania che canili pubblici o gestiti da associazioni di protezione animale, o solo associazioni che hanno tali scopi e regolarmente registrate come associazioni di protezione animale, diano in adozione ogni tipo di animale a fronte di un costo chiamato “tassa di tutela animale” che ha lo scopo di parziale rimborso delle spese a chi fino ad allora se ne è fatto carico. Tale rimborso appare anche educativo nei confronti dell'adottante, che deve essere ben consapevole che tenere bene un animale comporta dei costi. Non è assolutamente un prezzo di vendita. E' certamente un sistema molto diverso da quello che si usa in Italia di dare, al contrario, un incentivo a chi adotta e che può avere l'effetto di cedere un cane a chi è solo interessato all'incentivo e non al cane. Siamo poi stupiti di aver letto che la Sig.ra Falà non capisca che qualcuno possa dare un valore anche ad animali anziani o malati. Senza pensare a scenari oscuri, da provare, ci sono persone disposte a sostenere gli animali più sfortunati, più vecchi e nelle peggiori condizioni. Non esistono solo quelli interessati al cagnetto, come di solito ci viene richiesto, di taglia piccola, cucciolo e possibilmente di razza. Tra l'altro i due cani che sono stati adottati, legittimamente, da famiglie tedesche hanno rispettivamente 2 e 3 anni e sono sani. Siamo anche sorpresi che l'Assessore Campanile abbia omesso di smentire sui giornali la vendita, dal momento che nel fascicolo che più di un mese fa gli abbiamo inviato per spiegare come opera l'associazione tedesca di cui parliamo, sia espressamente spiegato come funziona la tassa di tutela animale in Germania. E' vero: anche in Germania ci sono canili con molti cani senza proprietario. Ma in Germania sterilizzano gli animali da decenni, non ce li hanno per la strada come in certe nostre regioni. I canili sono in generale più a “misura” di cane dei nostri e l'allevamento è normato più rigidamente che da noi. Da siti on line, alcuni in italiano (www.cicto.org), altri in lingua tedesca, si può ben capire l'opinione comune in Germania sui nostri canili, alcuni dei quali definiti lager, giustificata da cronache italiane, abbastanza recenti e diffuse mediaticamente. E d'altra parte si sta diffondendo anche da noi l'adozione di cani e gatti da paesi come la Romania e la Spagna. Eppure abbiamo anche noi canili e gattili pieni di animali che nessuno vuole e che moriranno lì, nella migliore delle ipotesi, soli. Dunque che bisogno abbiamo noi di adottarli dall'estero? Evidentemente qualcuno pensa che dal momento che da noi non si abbattono se non in certe rare circostanze, forse vale la pena di salvarne qualcuno da paesi stranieri dove l'abbattimento dei randagi è considerato l'unico strumento di contenimento del randagismo. In modo analogo i tedeschi pensano che i cani da loro, anche quelli nei canili, stiano in generale meglio di quelli ospitati nei canili dei Paesi mediterranei, come l'Italia. Sottolineiamo che in Germania vivono in famiglia 5 milioni di animali domestici. Infine siamo stupefatti dell'accanimento contro le adozioni verso la Germania, i cui abitanti vengono considerati nella totalità, a questo punto, come tutti individui biechi ed inaffidabili quando vogliono adottare un cane, ma graditissimi quando vengono a spendere i loro soldi sulla nostra Riviera: speriamo che i turisti tedeschi che attualmente frequentano le nostre spiagge e, in particolare Senigallia, non leggano in questi giorni questi comunicati sui nostri giornali, perché il nostro turismo dalla Germania ne potrebbe seriamente risentire. Speriamo a questo punto che la Procura indaghi approfonditamente sulla vicenda, e noi siamo disponibili a dare ogni tipo di informazione, e quando si troveranno le due cagnette “espatriate” felici nelle loro nuove famiglie, noi sapremo a chi chiedere i danni all'immagine che tutto questo accanimento ha creato al nostro lavoro di volontariato e alla nostra immagine di persone serie e perbene fino a prova contraria. Suggeriamo ad una grande associazione come l'ENPA di lavorare di più per abolire la triste pratica della sperimentazione animale sia in Italia che altrove e di usare tutte le proprie energie per far definitivamente chiudere gli allevamenti di cani di razza beagle, presenti anche in Italia (vedi Green Hill's a Brescia, produzione: 2500 cani da vivisezione all'anno) che riforniscono l'industria chimica, farmaceutica e cosmetica europea e anche mondiale. da Ludmila Cecchini, Roberta Benigni,
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Ultimo aggiornamento ( martedì, 20 luglio 2010 17:36 ) |
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