Pubblicato mercoledì, 15 settembre 2010 11:22 - Letture Articolo 2614 - Condividi 
Il consigliere Dario Romano condanna la pena di morte
Dario RomanoSfogliando le pagine dei quotidiani, navigando su Internet o guardando i telegiornali, ho constatato l’ampio risalto dato al caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, donna iraniana recentemente condannata a morte tramite lapidazione.
Il reato contestatole, per il quale è stata giudicata dalla magistratura iraniana, è quello di adulterio e coinvolgimento nell’omicidio del marito, avvenuto anni fa.

Grazie ai figli di Sakineh, l’opinione pubblica internazionale ha potuto conoscere la situazione, che a dire il vero risulta ancora poco chiara. Non si hanno notizie ben dettagliate, e quelle che ci giungono spesso sono contrastanti tra loro, oppure filtrate dagli organi di stampa vicini al governo iraniano.

L’unico fatto certo è che, a breve, potrebbe avere luogo una crudele esecuzione capitale nei confronti di una persona che, secondo le leggi locali, avrebbe tradito il proprio marito e si sarebbe resa complice del suo presunto omicidio.

Come consigliere comunale di Senigallia e come cittadino di questo mondo, mi sento in obbligo di comunicare la mia rabbia e disdegno di fronte a tale genere di barbarie. Mi associo, quindi, al pensiero già espresso dall’Assessore Curzi pochi giorni fa.

Inoltre, ritengo che non sia nostro dovere entrare nel merito di ogni questione, perché esistono i tribunali per giudicare, i parlamenti per adottare leggi, le forze militari per farle rispettare. Su una questione però, non ci dovrebbero essere discussioni, a mio avviso: la pena di morte.

In nessuno dei paesi del mondo, e in particolar modo in quelli ritenuti più civilizzati dalla comunità internazionale, dovrebbe essere permesso allo Stato di poter decidere della vita dei propri cittadini, a prescindere dei delitti che essi abbiano commesso. In tal modo, di fatto, si creerebbe la maggiore violazione delle libertà fondamentali di ogni individuo: il diritto alla vita.

Il mio NO alla pena di morte è assoluto, non ci sono casi particolari in cui si debba soprassedere: uccidere un individuo attraverso un giudizio ritenuto “equo e imparziale” è la più grande sconfitta del genere umano.

da Dario Romano
Consiglierere Comunale Vivi Senigallia


Commenti
Da Nemo Profeta
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-09-17 00:25:22
Menzogne, anacronismo, faziosità ed ipocrisia sono i punti cardine utilizzati dai media per il caso "Sakineh". 
Ai "corretti informatori" non gliene frega un piffero della sorte di Sakineh, a loro interessa soprattutto riversare livore e veleno sull'immagine dell'Iran. Essi sanno che la povera donna (in senso Cristiano) è una spietata uxoricida, e che l'accusa di adulterio è quasi irrilevante di fronte al delitto estremo perpetrato in concorso con l'amante. 
Sanno pure che non vi sarà la paventata "spettacolare" lapidazione. Perchè sanno che in Iran è dal 2002 che non vengono eseguite tali barbare esecuzioni. Come sanno che Sakineh non ha mai ricevuto le famose 99 frustate. E sanno pure che il Governo Iraniano non ha nulla a che fare con la condanna di Sakineh, che è stata emessa da un tribunale locale in una estrema regione rurale, se non per il lodevole fatto di avere richiesto la sospensione della condanna per la revisione del processo, molto tempo prima che intervenissero le "proteste" dei finti movimenti pro-Sakine e degli ipocriti rappresentanti dei governi-fantoccio (ad iniziare da quello italiano). 
E soprattutto sanno, i "corretti informatori", che nel mondo in questo momento vi sono migliaia di condanne a morte, anche per motivi più banali, ignorate volutamente dai media e per le quali nessuno stà muovendo un dito! 
Mentre il popolo occidentale non sà nulla in merito, se non quello che gli viene propinato dai media...e giù commozione e indignazione...a profusione!
Da quale pulpito arriva l'impegno umani
Scritto da Visitatore anonimo il 2010-09-21 22:19:31
"Martedì 21 Settembre 2010 16:47 
Usa/ diritti umani: 53 donne attendono esecuzione 
NEW YORK – Il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran ha informato che attualmente 53 donne negli Stati Uniti attendono l'esecuzione. Il Presidente Iraniano lo ha spiegato lunedi sera dicendo che l’Occidente ha scatenato una campagna propagandistica per il caso di Sakineh Ashtiani, la donna accusata di concorso in omicidio ed adulterio, quando la giustizia iraniana non si è ancora espressa sul caso mentre negli Stati Uniti 53 donne sono state condannate a morte senza che nessuno dica nulla. Il Presidente Iraniano ha spiegato che il dato dimostra che le dichiarazioni occidentali sulla difesa dei diritti dell’uomo sono solo propaganda. Negli Stati Uniti è soprattutto grave il caso di Teresa Lewis, la donna che verra’ giustiziata in Virginia per aver assoldato un killer per uccidere il marito e che il 23 Settembre verra’ uccisa con l’iniezione letale nonostante sia stata confermata la sua situazione di persona mentalmente disabile." 
Fonte: IRIB/Italia

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