Finalmente l’assessore Campanile comincia a comprendere l’inutilità del suo sballo positivo e dei rimedi da lui proposti. Il noto blogger Simone Tranquilli ha splendidamente descritto e fotografato un pomeriggio di estrema maleducazione incivile. E giustamente il consigliere Fiore si è chiesto: perché succedono questi fatti?
Non è difficile rispondere. Questa cafoneria delinquenziale è immedicabile, perché i cafoni arroganti sono ermetici ad ogni argomento: non imparano mai nulla, nemmeno sulla propria carne. Abbiamo letto diversi pareri, ma nessuno che pensi di nuovo e radicalmente cosa dev’essere l’educazione.
Nessuno ricorda più quanto serva, per infiammare i ragazzi al meglio, non l’etica ma l’estetica. Le vecchie scuole che dividevano le classi in Achei e Troiani coglievano meglio il punto, incitavano ad una competizione nobile, su nobili esempi. Ai bambini toglierei lattine e bombolette spray e racconterei favole e miti, Eracle, Ulisse, Pollicino e il Gatto con gli stivali: non risparmierei loro i racconti tremendi della tragedia greca, la cui misteriosa risonanza accompagna negli anni, inesauribile di significati. Orazi e Curiazi, Attilio Regolo, Sigfrido, i racconti di fate: suscitano meraviglia, insegnano prove iniziatiche e il valore del soffrire, e possono anche creare il gusto alla lettura, che la scuola post-sessantottina d'oggi uccide.
Ma come insegnare ai ragazzi il nobile e il bello, la cavalleria e il senso che la forza va usata solo al servizio della giustizia, quando imparano dalla televisione, ogni minuto, che la volgarità scosciata, ammiccante e sporca ha successo? O vogliamo affrontare il ruolo educativo al contrario della pubblicità? O vogliamo parlare dei politici? Chi può predicare siate più onesti, siate più civili, senza suscitare derisione e cinici sogghigni?
Tutto ciò che passa da noi sotto il nome di democrazia dà quotidiane lezioni degradanti.
Si proclama un diritto al calcio, un diritto alla discoteca, al travestitismo, alle scelte sessuali, allo sballo, al testamento biologico, al vivere la propria vita già a 12 anni. Perché non posso distruggere Piazza del Duca o il Mamamia? Siamo o non siamo in democrazia?
Sempre il noto blogger si è meravigliato del comportamento del ragazzetto delle medie e di sua madre. A questo proposito: se si vuole che la scuola faccia qualcosa di più, si cominci dall’espellerne i genitori. I consigli d’istituto democratici sono pieni di genitori che sono o si comportano da politicanti di mezza tacca, contestano l’autorità degli insegnanti, e portano il morbo della trasgressione che hanno appreso dai rotocalchi, una moralità da Espresso o da Panorama. Basta ascolare le madri in difesa scatenata dei loro ragazzi: e che avranno mai fatto? Ragazzate! Queste madri non devono avere voce in capitolo nel processo educativo, di cui evidentemente non sanno nulla. I genitori stessi sono, salvo eccezioni, parte dell’inciviltà di massa, pullulante e molecolare, che guasta la nostra società.
Un inizio di terapia dovrebbe cominciare dal divieto di mettere in discussione l’autorità già tanto indebolita degli insegnanti. Nella scuola bisogna diminuire la democrazia, gli incompetenti non sono uguali ai competenti. I telefonini vanno sequestrati, e che nessuno protesti. A scuola si deve andare, se non col grembiule nero di ieri, con divise come in USA e Canada: a coprire gli abiti firmati, le griffe e le altre intollerabili esibizioni della disparità che dà il denaro. La sola disparità ammessa dev’essere quella della nobiltà e dell’intelligenza: del cuore, prima che della mente. Con ciò, si va al centro del problema: BISOGNA RESTITUIRE AUTOREVOLEZZA ALL’AUTORITA’. Ma chi non si ribellerebbe? Tutti sarebbero contro, tutti piangerebbero sui poveri ragazzi.
Per quei giovani belluini che hanno devastato piazza del Duca e il Mamamia come scimpanzè infoiati, si sarebbe tentati di proporre l’arruolamento forzato. Addestrati in battaglioni di punizione (con adeguate pene corporali), vengano mandati, affastellati ed armati, in Libia: la NATO ha bisogno di loro, e là possono avere tutta la violenza che vogliono. Una pedagogia essenziale è sempre consistita nello spezzare il branco giovanile. Le bande giovanili, una volta formate, diventano un mondo totalmente ermetico nel malfare (le cattive compagnie, predicavano le nonne). Il conformismo di un’età incapace di autonomia, dove si è ancora privi di un io, diventa una catena feroce, di cui tutti sono schiavi, bulli e le loro vittime.
Oggi, anche il lavoro fisico obbligatorio potrebbe servire. Ma chi sente le mamme tatuate sull’ombelico? Chi resisterà alle loro proteste?
E allora tenetevi il subliminale sballo positivo di Campanile e gli scimpanzè da discoteca.
da Riccardo De Amicis,
Movimento Sociale Fiamma Tricolore
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D'accordo con riserve Scritto da Visitatore anonimo il 2011-03-13 16:55:34 Le riserve: a 42 anni dal '68 non si puo' parlare piu' di scuola post-sessantottina. Non si puo' mettere sullo stesso piano L'Espresso e Panorama (infinitamente meglio il primo), in ogni caso non e' la sua moralita' | non c'è piu rispetto Scritto da Visitatore anonimo il 2011-03-13 18:52:04 sono d'accordo ,questi ragazzi sono lasciati troppo tempo da soli e spesso poco controllati dai genitori che credono che i loro figli siano i migliori. parlo perchè sono mamma di tanti ragazzie so che i genitori sono sempre gli ultimi a sapere le cose poi c'è anche chi non le vuole sapere, preferisce chiudere gli occhi intanto i ragazzi diventano delinquenti e la colpa è solo nostra . io sono fortunata (diciamo che ho sorvegliato molto) ho rinunciato al lavoro per essere presente in ogni momento ma sono felice ora sono tutti (6) grandi ,lavorano tutti e hanno la loro famiglia . sono una nonna senza pensione (ho lavorato solo 10 anni) ma felice | |