Alla luce dei risultati elettorali appena scaturiti, voglio esprimere tutta la mia profonda delusione ed indignazione per quello che sta succedendo all’interno del PDL ed all’interno del nostro paese, ma che in realtà non mi stupisce affatto.
Credo che il risultato di Milano e Napoli, oltre a quello diffuso in tutta la penisola, rappresenti il punto più basso mai raggiunto dal centro-destra in questi anni di esistenza politica.
La sconfitta di Milano ha un significato politico di portata enorme, mentre la vittoria plebiscitaria di De Magistris a Napoli sta a dimostrare che, anche in quella città, dopo anni di malgoverno della sinistra, la nostra proposta, sulla carta vincente, è stata, invece, assolutamente fallimentare.
Insomma, una sconfitta di un sistema politico, quello del PDL, che sta dando i segni di vetustà e di incapacità nel dare risposte credibili alla popolazione sui problemi veri che tormentano i nostri concittadini.
Quello che mi stupisce e mi indigna ancor di più, è il vedere come la nostra dirigenza nazionale, ed in primis, il nostro Presidente, pur ammettendo la sconfitta, cosa francamente impossibile da nascondere, riconducano esclusivamente tale debacle al mal assortimento dei candidati presentati ed a problemi di carattere locale.
Anche se fosse solo questo, la cosa sarebbe assolutamente tragica: non centrare nemmeno un candidato vincente, ma scegliere solo personaggi destinati alla sconfitta, sta a significare che il partito e con esso tutto il centro destra si trova in uno stato assolutamente disastroso in ambito locale, che non riesce a selezionare una classe dirigente locale credibile e seria.
Purtroppo non è solo questo; la cosa vera è che tale voto ha avuto un significato politico, un chiaro ed evidente valore nazionale.
Il popolo italiano, e tra questo il maggioritario popolo moderato, liberale, cattolico che da sempre ha caratterizzato la composizione del corpo elettorale del nostro paese, ha preferito scegliere un “comunista” come Pisapia ed un “masaniello” come De Magistris, pur di non permettere che il PDL e Berlusconi potessero cantare vittoria e governare ancora in modo così maldestro; i nostri concittadini hanno voluto dire a Berlusconi che è ora di cambiare metodo, che è giunto il momento di ritornare a parlare con loro, di confrontarsi sui problemi veri, altrimenti la fine riservata sarà quella della Moratti o di Lettieri.
Solo un anno fa il centro-destra vinceva le elezioni regionali, Berlusconi sembrava destinato ad un governo lungo e duraturo, la sinistra estrema era scomparsa dal panorama politico nazionale, ed il PD brancolava nel buio.
Sembra passato un secolo, ma sono bastati solo dodici mesi per far sì che tutto questo sia solo un opaco ricordo del passato.
Siamo riusciti a sprecare un grande patrimonio, perdendoci in battaglie dannose, cercando di difendere posizioni indifendibili e leggi considerate inutili dalla stragrande maggioranza dei cittadini, in primo luogo, permettetemelo, quelle sulla giustizia (processo breve e lungo, legittimo impedimento o “lodi” vari).
La voce e l’immagine del nostro partito è stata affidata a vecchi e ringhiosi personaggi, solo capaci di urlare e prevaricare, anziché ad esponenti giovani, moderati, dialoganti che dovrebbero rappresentare la classe politica di un centro-destra moderato ed europeo.
Abbiamo preferito gettare fango e redigere dossier sui nostri antagonisti, anziché confrontarci sui temi e comprendere il disagio di alcuni amici che già nei mesi scorsi sollevavano dubbi e critiche e che invece sono stati liquidati come “congiurati” e traditori.
Credo che l’Italia avrebbe continuato a preferire o se non altro a tollerare, a parte tutto, il PDL se fossero state date in cambio risposte certe alla popolazione sui problemi veri.
Mi chiedo se queste risposte siano state date.
Mi chiedo se il mondo delle piccole attività produttive e commerciali, base fondamentale della forza elettorale del centro destra, schiacciato dalla crisi, dai debiti e dalle tasse abbia trovato queste risposte ed un aiuto dall’azione del Governo.
Mi chiedo se siano state date risposte al senso di paura e di malessere che regna in alcune città e se sull’immigrazione e sulla sicurezza sia stato fatto qualcosa che meriti menzione.
Mi chiedo se il mondo dei pensionati, dei dipendenti pubblici e privati abbia perlomeno mantenuto le proprie posizioni sociali ed il proprio potere d’acquisto.
Sinceramente non riesco a trovare, pur sforzandomi, risposte soddisfacenti a questi miei quesiti, così come non riesco a trovare soluzioni dietro l’angolo, né voglio mettermi a fare previsioni politiche, toto elezioni o toto successori a Berlusconi. Tali considerazioni le lascio ai commentatori, ai giornalisti ed ai scienziati della politica.
Da amante del mio paese, da giovane amministratore, da moderato e liberale chiedo un cambiamento e chiedo risposte.
Se queste non arriveranno, anche il mio impegno come coordinatore comunale del PDL non avrà più ragion d’essere e sarà giusto ed inevitabile che gli elettori continuino a punirci.
da Alessandro Cicconi Massi
Consigliere Comunale PDL
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Coordinatore? Scritto da Visitatore anonimo il 2011-06-02 10:58:09 Io penso, da ignorante assoluto in materia politica, che se uno non si ritrova più in un progetto o coalizione o gruppo o anche più generale spirito politico, credo che debba non tanto dimettersi da coordinatore comunale, quanto da esponente di quel gruppo. Che sia Pd Fli Prc Pdl Sel Idv o altri. Cioè togliersi dalla carica di coordinatore secondo me ha solo un valore meno che simbolico.Chiedi un cambiamento e chiedi risposte? sei tu che devi darle in qualità di rappresentante del gruppo... Sei tu che devi proprio perchè hai quel ruolodi coordinatore, metterti d'accordo con i vertici almeno provinciali e regionali perchè si cerchi un cambiamento. Troppo comodo secondo me rimanere dentro un gruppo e aspettare. Se sei lì o ci credi oppure aria. Questo è quello che credo e espongo in maniera educata, sperando che l'interessato mi risponda, altrettanto educatamente. Saluti Giovanni | |