Pubblicato giovedì, 09 giugno 2011 13:23 - Letture Articolo 3617 - Condividi 
Perché andare a votare per i prossimi referendum?
VotazionePerché andare a votare per i prossimi referendum? Con tutto il rispetto per la personale e rispettabile idea di ciascuno, SÌ/NO, sui quesiti referendari perché si deve andare a votare? È importante leggere un po’ la Costituzione, in particolare gli artt. 1/48/49/75, per trovare le risposte.

La nostra è una democrazia indiretta o rappresentativa, il che vuol dire che se “la sovranità appartiene al popolo etc.” (art. 1) gli elettori cedono la loro volontà/sovranità ai loro rappresentanti/parlamentari organizzati in partiti (art. 49).

Il referendum invece (art. 75) è uno dei pochissimi istituti di democrazia DIRETTA, forse il più importante, grazie al quale ogni cittadino può decidere, senza intermediari, su determinate questioni e imporre (non cedere) la propria volontà a governo e parlamento.
Non si può in questa sede, ma solo per questione di spazio, ricordare come, perché o quanto altro ha portato i costituenti a decidere, diversamente dalla vicina Svizzera in cui è propositivo, per un referendum solo abrogativo, tale cioè che può unicamente annullare “una legge o atto avente valore di legge” (art. 75 c. 4).

È vero che la legge sul referendum può creare un po’ di confusione perché se si è favorevole a conservare la legge occorre mettere una croce sul NO, mentre se si è contrari, quindi si vuol cancellare la stessa, occorre sottoscrivere SÌ, e specie nel passato molti hanno sbagliato nel votare.

Tuttavia il punto principale, secondo me, riguarda la natura del voto. Normalmente si afferma che il voto è un diritto: certo, perché esso è la massima manifestazione della sovranità, quindi voto = democrazia.
Però come tutti i “diritti” ha anche un ROVESCIO: l’altra faccia del diritto è infatti il DOVERE.
Se leggiamo con attenzione l’art 48, nel secondo comma, dopo aver elencato i caratteri del voto, la Costituzione afferma che “il suo esercizio è un DOVERE CIVICO”.
Solo nel terzo comma viene usata la parola “diritto” di voto ma in relazione alla sua possibilità di revoca per particolari e gravi motivi stabiliti dalla Costituzione stessa.

Quindi voto come DIRITTO/DOVERE.

L’astensione come si colloca in questo contesto? È di sicuro una possibilità o se vogliamo una realtà di fatto ma può rivendicare lo statuto di diritto come il voto, il lavoro, lo studio etc.? È tanto anomalo il suo statuto che in nessuna assemblea, l’astensione anche se maggioritaria, vale qualcosa: contano solo i SÌ e i NO secondo un rapporto numerico di maggioranza o minoranza, perche in democrazia vige il principio maggioritario.

Con l’astensione si può quindi falsare il gioco stesso della democrazia, in quanto nel referendum italiano è previsto il cosiddetto quorum, cioè il limite (50% + un solo voto degli aventi diritto) sotto il quale il referendum non è valido, cioè è come se non fosse stato indetto.

Partecipare al voto referendario non significa privarsi del diritto di dire NO anzi dimostra di più il coraggio delle proprie idee.

Qualcuno tende a identificare il proprio NO con l’astensione: “sono per il NO, quindi non vado a votare”. Quel qualcuno non si rende conto (ma meglio per lo più finge) che non c’è alcun nesso tra le due opzioni perché non sono sullo stesso livello.

Per concludere: perché quando si tratta di elezioni, politiche o amministrative tutti i partiti indistintamente incalzano i cittadini a votare, mentre nel caso dei referendum molti, soprattutto in anni passati, sollecitano in forma più o meno larvata a disertare le urne?
Questa ambivalenza dei partiti non appare assurda, quanto meno contraddittorio, per non dire addirittura sospetta?


di Laura Pierini

Commenti
Scritto da Visitatore anonimo il 2011-06-09 13:40:00
Premetto che non sono un esperto di diritto. 
 
Io trovo che il considerare il voto un DIRITTO/DOVERE sia falsare "il gioco della democrazia". 
E non posso farci niente se sta scritto nella Costituzione. 
 
I casi sono due: 
O il voto è un DOVERE sancito da una legge precisa, ed in tal caso il suo mancato assolvimento deve comportare delle sanzioni, ma ciò sarebbe assurdo. 
Oppure è un DIRITTO, ed in tal caso sta alla libera scelta di ciascuno se e come esprimerlo, magari con l’astensione. 
Ma che sia un DIRITTO_barra_DOVERE la mi pare una distorsione della realtà. 
 
Scritto da Visitatore anonimo il 2011-06-10 12:53:45
Gentile Anonimo Visitatore 
Neppure io sono un’esperta di diritto ma semplicemente una persona interessata a questi argomenti di cui volevo solo tentare una definizione di principio. 
La sua osservazione è giustissima: se il voto è un dovere, la sua inadempienza richiederebbe una sanzione. E infatti alcuni decenni fa, credo fino agli anni ’60, chi non si recava alle urne subiva una sorta di condanna, se non altro morale, perché non ricordo se a quei tempi l’astensione comportasse anche una qualche annotazione al casellario giudiziario. Il nome degli astenuti veniva trascritto in un apposito elenco affisso all’albo del comune, visibile a tutti e quindi soggetto al pubblico ludibrio. Si trattava di una vera e propria gogna: per fortuna, quella legge è stata abolita. Occorre però inquadrare la questione nel contesto storico in cui fu stilata la Costituzione, cioè dopo il fascismo, la guerra e la lotta di liberazione. 
I Costituenti avevano rischiato la vita per la libertà e la democrazia per cui non potevano non conferire al voto anche il carattere di dovere, cioè di impegno ad esercitarlo. 
Laura Pierini 
Democrazia non vuol dire farsi prendere
Scritto da Visitatore anonimo il 2011-06-11 09:25:12
Sì sono d'accordo, votare ad un refarendum è il massimo della democrazia e per questo ho sempre votato. 
Questo referendum è manipolato in modo che sia chi voti il sì o il nò basta che si presenti alle urne anche senza ritirare alcune schede che automaticamente abroga il lavoro di tanti fatto negli anni. 
Basta legiferare e abrogare. 
Per tutto questo per la prima volta mi sento privato della mia libertà di andare a dare il mio voto 
L'acqua libera' sì in 40 anni con l'acqua libera nessuno ha mai fatto interventi per riparare le perdite, certo l'acqua amministrata dallo stato costa poco e poi tanti riescono a non pagarla. 
Quest'anno mi è arrivata una botta di bolletta acqua di 1700,00 euro per arretrati di 4 anni tutto perchè il pubblico non ha mai fatto le trascrizioni dei consumi nonostante le letture erano state fatte. 
Sono d'accordo che lo stato dovrebbe gestire il più possibile, ma uno stato organizzato e formato da persone ONESTE. 
Moreno
Referendum
Scritto da Visitatore anonimo il 2011-06-12 08:51:59
Gentile signor Moreno 
Capisco bene il suo risentimento e la sfiducia nel pubblico per la presenza di molte persone non serie e auguro che il contenzioso si risolva positivamente per Lei. 
Sono molto complesse le questioni che Lei solleva perché possano essere anche solo accennate in questo poco spazio. Tuttavia le ricordo che si può votare anche per un solo quesito, nel qual caso si incide sul quorum; per gli altri di cui si rifiuta la scheda è come se si fosse rimasti a casa. In ogni caso ci si può informare meglio presso l’ufficio elettorale del comune aperto per tutto il tempo delle votazioni. 
Cordialmente Laura Pierini 

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