Pubblicato mercoledì, 31 agosto 2011 16:28 - Letture Articolo 3409 - Condividi 
Giacchella (PD): "Contro questo governo e le sue manovre, sciopero"
Massimiliano GiacchellaContro questo governo e le sue manovre non solo è sacrosanto scendere in piazza per scioperare, ma sarebbe opportuno rimanerci ben più di un giorno. Il 6 settembre sarò di nuovo al fianco di tanti altri compagni, lavoratori, disoccupati, precari, studenti e pensionati per ribadire ancora una volta che la crisi non la possiamo pagare sempre e solo noi che tra l'altro non abbiamo quasi più nulla da dare.

Martedì sarò con la Cgil a manifestare:

- CONTRO una manovra iniqua e liberticida che colpisce il lavoro, le pensioni e la crescita;

- CONTRO una manovra di un Governo che per tutelare la sua "credibilità ed onorabilità" preferisce non violare il patto a sua volta stipulato con gli evasori premiati dallo scudo fiscale non tassando ulteriormente (il 5% contro il 40% per loro è evidentemente equo) i capitali rientrati e scudati preferendo, invece, violare il patto stipulato con i tanti lavoratori che non potranno più riscattare gli anni di studi universitari e del servizio militare ai fini dei versamenti pensionistici, così che chi ha per esempio riscattato gli anni dell'università, pagando qualche decina di migliaia di euro si ritroverà con almeno quattro anni in meno nel calcolo dell'età previdenziale;

- CONTRO una manovra di un Governo che ancora una volta ha cercato di riformare la disciplina del licenziamento e quindi l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Una manovra, questa, che con l'art. 8 del Decreto Legge 138 attribuisce alla contrattazione aziendale senza specificare i requisiti di quest'ultima e soprattutto senza specificare i requisiti di rappresentatività, il potere di intervenire in materia di discipilna del rapporto di lavoro senza nessun limite;

- CONTRO una manovra che colpisce ancora una volta i Comuni e soprattutto quelli virtuosi come il nostro che a causa dei vincoli del patto di stabilità che non solo mettono a rischio l'erogazione di servizi ed i pagamenti di fornitori e ditte esecutrici di opere  ma anche e soprattutto gli investimenti in  opere pubbliche, bloccando la possibilità di crescita che potrebbe avvenire grazie ai Comuni realizzando invece investimenti in infrastrutture immettendo denaro pubblico nel mercato assicurando crescita, sviluppo ed anche occupazione anzichè ricercare la crescità del PIl con la solita alchimia più lavoro, più prodotto, più consumi e quindi con l'accorpamento delle festività del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno.


da Massimiliano Giacchella

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