|
Cari giovani di "Destate la Festa"... |
Cari giovani di "Destate la Festa", Bravi, complimenti! 250 ad offrire 5 giorni di divertimenti alla comunità cittadina e suoi ospiti. 5 giorni di convivenza in seminario per imparare a stare insieme, ad assaggiare anche l'aspetto comunitario della fede. Un aperitivo di quel "un cuor solo, un'anima sola" dei primi cristiani. C'ero anch'io al vostro appuntamento con la felicità sotto e sopra la Rocca. Sono venuto con un "pezzo di beatitudine" in carne ed ossa: mio figlio disabile. Abbiamo girovagato parecchio tra i 250 prima di trovare una Francesca ed un Matteo disponibili per far giocare un ragazzino in carrozzina! Né la vita né la scuola ci preparano a comunicare con chi non parla, non vede, non cammina, ma sa fare quello che tanti grandi non sanno più fare: sorridere, sorridere, sorridere. A tutti, anche al cielo e alla terra. E voi due, almeno, avete raccolto la sfida. Alla fine vi ho chiesto, in nome di Gianmarco: "Avete più dato o più ricevuto felicità?". "Ricevuto", avete bisbigliato… Ho cercato la felicità: nei vostri volti, in quelli dei curiosi, dei partecipanti. Voi tentate di parlarne nel Vostro fascicolo/invito. Mi sono perso nelle troppe parole. Quando si vuole spiegare tutto si rischia di confondere più che comunicare? Non sono i fatti, le opere, che spiegano più delle parole? Dove sono? Scusate: la Senigallia delle 136 manifestazioni turistiche ha proprio bisogno dei giovani cattolici per allungare la serie degli show, dei cantanti, dei gioconi? Per chi? Per portare vasi a Samo? Per competere con gli eccellenti cuochi di Senigallia, per imbandire cenette e spuntini per fare cassa? E se invece, con vero stile evangelico, aveste invitato a cena quelli che non possono pagare: i "nuovi poveri", disoccupati, precari, immigrati? Ognuno di questi non si meritava un'attenzione particolare, magari una serata ciascuno? Per dare loro un mini-spazio sulla scena della storia della nostra bella città. Mettere a loro disposizione quei "giochi", di cui, magari, hanno perso il gusto da troppo tempo. E perché non passare loro anche il microfono, perché no?, per far sentire la loro voce "una tantum"? Per parlare di felicità non sarebbe stato più semplice portare in piazza le beatitudini viventi, pezzi di vangelo comprensibili da tutti anche da chi non conosce i 2863 articoli del catechismo universale? Gratificante citare don Tonino Bello, le sue parole entusiasmanti non meno dei suoi esempi. Oh! Questi sì sarebbe ancor più bello imitare! Quando sono stato suo ospite ho dormito in uno sgabuzzino, perché l'episcopio era occupato da ragazzi disabili, che passavano le ferie da lui, ospiti privilegiati, senza tariffa né obbligo di messa quotidiana. E noi, chiesa benedetta e arricchita di Pio IX, quando ci verrà voglia di offrire il seminario (e tutte le altre proprietà esentasse) alle famiglie che non possono permettersi le vacanze? E' vero: voi fate già tanta carità! Ospitalità all'hotel "Stella Maris", Casa della Gioventù, pasti, pacchi viveri, ecc. Per fare questo ci vuole forse il vangelo? Non basta essere uomini per fare un po' di solidarietà? "Se la vostra giustizia non sarà superiore a quella dei pagani…" Insomma: non sarebbe meglio ripetere la lezione l'anno prossimo per approfondire il discorso della montagna? Potremmo dedicare la prima serata, "beati i poveri", ai nostri 139 disabili, quasi invisibili in una città turistica, perché stonano in un clima di festa… Ma se loro sono "poveri/privi" perfino di salute, di prestanza fisica, di parola, di vista, non sono i più vicini a colui che è nato in una stalla senza niente? Seconda serata: "Beati gli afflitti…". Ci sarebbe solo la difficoltà della scelta. Anoressiche, obesi, aspiranti/suicidi, coscienze al colesterolo, non si aspettano qualche cosa da noi? Da chi altri mai? Ed i giovani che cercano la felicità nella droga, nell'alcool, nel sesso, nella movida, perché non abbiamo saputo prevenire, offrire loro proposte, valori, alternative? Terza serata: "Beati gli affamati, gli assetati di giustizia…". Ci sarà mai un assetato di giustizia (non di elemosina umiliante) più di un precario, un disoccupato, un cassaintegrato, un pensionato con la minima, ecc.? "Beati i perseguitati per la giustizia". Che ne direste di una serata, notte bianca e movida comprese, da dedicare agli immigrati, ai vùcumprà, che invadono le nostre spiagge in cerca di un ritaglio di sopravvivenza per i loro figli? Uno stand speciale sia riservato ai clandestini… che rischiano prigione, espatrio e cannoneggiamenti dal cattolicissimo popolo del papa! E la benedizione del mare non se la meritano tutti quegli uomini/donne/bambini sepolti nel ventre dei nostri tonni? Dulcis in fundo, serata finale: "Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno…". Figlio del falegname: la tua chiesa italiana (caso più unico che raro) come potrà scoprire il godimento di questa beatitudine, dal momento che gode di tanti privilegi? Non è legata a doppio filo ai politici di turno e mangia alla loro greppia? Quando mai sarà insultata e perseguitata quando il pastore siede in prima fila ad ogni taglio di tricolore, è chiuso nel suo palazzo e scende tra le pecorelle per dare benedizioni? Cari amici: le piste della felicità sono da ricercare da un'altra parte? E' riservata ai popoli delle siepi, a quelli che hanno sostituito gli invitati della prima ora, perché troppo occupati a giocare in borsa, ad investire, a speculare, ad accumulare? Ed anche a "recitare" vecchie formule vuote, riti decrepiti, linguaggi incomprensibili? Come è bello, facile riempirsi la bocca di slogan clericali: "Farci ultimi e ripartire dagli ultimi". Di grazia, viene da dire più alle vostre guide, che a voi: dateci esempi, producete modelli, create riferimenti concreti. Il Salvatore non vi ha garantito la forza, che sposta anche le montagne dell'egoismo privato e collettivo? Ma se un giovane prete rimane per anni segregato dal mondo, che ne saprà delle difficoltà delle giovani coppie conviventi, dei separati, dei figli senza famiglia, degli omosessuali, dei drogati, dei carcerati? Non è a tutti costoro che è riservata la "festa", il banchetto, quella festa, quel banchetto che forse gli è stato negato sulla piazza di Senigallia nonostante la meravigliosa buona volontà di 250 giovani, che ci hanno rallegrato per 5 giorni? da Fausto Marinetti
|
< Precedente | Prossimo > |
---|
|
Il Mercatino di Senigallia | ||
---|---|---|
|
Guarda le previsioni meteo a Senigallia per i prossimi giorni |
Segui il nostro Network |
---|
Le ultime notizie pubblicate sui nostri portali, eventi, opinioni, commenti dei lettori, da Senigallia, valle del Misa, Ancona |
|
|
|
|
|
Utenti Online |
---|
Abbiamo 958 visitatori online |
|
|
|
© 2005 - 2015 Senigallia.org - Supplemento a 60019News (Reg. n. 17 del 24 Luglio 2003 presso Trib. Ancona) Tutti i diritti riservati - Redazione - Disclaimer - Pubblicità - Privacy
Netservice s.a.s. via Mercantini, 48 60019 Senigallia - P.I./C.F./Registro Imprese 01519470429 - REA AN 148063 - Hosted & Developed by NETSERVICE