Pubblicato giovedì, 15 agosto 2013 20:16 - Letture Articolo 4484 - Condividi 
Sorprese (non tutte belle) alla mostra "Sotto un'altra luce" alla Rocca di Senigallia
Rocca RoverescaVeramente piena di sorprese è stata la mia visita del 12 agosto alla Rocca. Ero entrato per visitare la mostra "Sotto un'altra luce: antologia di opere restaurate del territorio".

Pagati i due euro, l'unica guida è stata un pieghevole generico della Rocca e l'indicazione della receptionist (altro termine non saprei dare per il compito a lei deputato) di andare prima giù nei sotterranei e poi risalire per visitare le altre sale fino al terrazzo per poi ridiscendere dall'altra parte.

Vado sotto ma non vedo nulla che assomigli a quadri restaurati. Esco per chiedere spiegazioni.
"Ma a lei cosa interessava?"
"Veramente, quello che c'è sul manifesto all'ingresso e da più parti reclamizzata, cioè la mostra di opere restaurate inaugurata il 3 agosto e che raccoglie circa 30 opere provenienti da tante parrocchie della Diocesi ed esposte parte qui e parte nella Pinacoteca Diocesana!"
"Allora deve andare di sopra."
"Quante ce ne sono?"
"Una decina."


Vado e vedo. Il tutto che si riduce ad un'ala del primo piano. Opere veramente pregevoli. Lasciate però allo stato brado: bambini che scorazzano, gente che ride, che grida, fotografi e flash di tutti i tipi a fotografare primi piani sullo sfondo di opere recuperate alla storia... Se qualcuno volesse toccarle, sporcarle, danneggiarle… chi potrebbe impedirlo?

La mostra rappresenta anche un bel premio per le parrocchie che hanno cercato in ogni modo fondi e sponsor per recuperare queste opere, chiaramente senza aiuti pubblici, ma è lecito aspettarsi qualcosa di meglio?

E se qualcuno volesse sapere quali opere trova qui e cosa trova alla Pinacoteca Diocesana? Magari bastava un elenco di una paginetta stampata al computer. Tra l'altro sul cartello in cima alla scala c'è l'elenco dei comuni da cui provengono le opere ma non c'è quello di Ripe.

I due euro dell'ingresso valgono bene il prezzo di fotografie dal terrazzo della Rocca (forse non abbastanza per una foto davanti alla pala del Signorelli!). Ma se il servizio si deve ridurre alla biglietteria di un cinema a prezzo scontato allora è meglio o non far pagar niente e vedere qualche addetto tra i locali o far pagare di più ed avere un servizio degno.
Valeva forse la pena collocarle tutte nella Pinacoteca Diocesana?

A volte mi domando: non è forse meglio che certe opere rimangano relegate negli scantinati o sotto incrostazioni aggiunte nei secoli; e che certi scavi (Pompei, Fenice) rimangano sotto terra dove sono ben conservati da oltre duemila anni? Il Vesuvio ci ha conservato duemila anni di storia, ma cosa troveranno tra duemila anni?

da Sandrino Bizzarri - Brugnetto

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