Pubblicato venerdì, 26 dicembre 2014 18:33 - Letture Articolo 4267 - Condividi 
Proposta di riqualificazione del fiume Misa: Cap. XI "Il tratto extraurbano"
Proposta riqualificazione fiume Misa - Tratto extraurbanoRisalendo verso monte, dal ponte dell’autostrada, il fiume si integra sempre più in un paesaggio agrario conservativo di un equilibrio ambientale naturale rigoglioso e di stimolo a promuovere le memorie e le tradizioni contadine perdute da riattivare in una sorta di museo vivo e diffuso con apposite manifestazioni rievocative che si completeranno con la struttura espositiva delle Grazie, dove è conservata la storia della mezzadria, con gli antichi arnesi e attrezzi di lavoro, quale proposta complessiva e articolata di promozione del territorio, ulteriormente integrata dall’attivazione di dinamiche economiche a sostegno, come fattorie didattiche, punti vendita delle produzioni locali, strutture ricettive e della ristorazione e quant’altro compatibile con interventi equilibrati di mantenimento del patrimonio edilizio rurale esistente.

I nuovi specchi d’acqua che saranno realizzati per la salvaguardia degli insediamenti urbani, con uno sfruttamento intelligente, potranno contestualmente ricreare un ecosistema umido importante, attrattivo dell’avifauna migratoria in un area geografica che ne è fondamentalmente priva e garantiranno opportunità diversificate a un turismo sempre più assetato di proposte innovative sfruttando, in questo caso, il nuovo ambiente acquatico allacciato dal fiume e favorito dalla sua parziale navigabilità con la possibilità di noleggiare anche piccole case mobili galleggianti per spostarsi lentamente da un bacino all’altro, su un itinerario a basso impatto, sostando ogni volta in un habitat diverso lungo la fascia di tragitto navigabile.

Scendendo su una scala di dettaglio puntuale vengono riproposti nell’illustrazione di questo articolo i bacini ipotizzati nel 3° capitolo della rubrica, con l’identica numerazione e con l’attribuzione a ciascuno di specifiche carature e obiettivi di profitto economico funzionali alle specifiche peculiarità morfologiche.

I bacini 3 e 4 a monte dell’autostrada presentano le caratteristiche per accogliere gradevoli spiaggiole con uno di questi da adattare ad uso esclusivo della pratica naturistica, isolandolo alla vista, dalle intrusioni e alla navigabilità, senza però compromettere in nessun modo la fruibilità degli spazi contigui e i tracciati della mobilità dolce.

Ai proprietari delle aree soggette alle trasformazioni per gli invasi dovrà essere riconosciuta una sorta di prelazione per l’attivazioni di nuove compatibili attività redditizie come opportunità di risarcimento integrative.

Il bacino 2 di Borgo Molino è quello di dimensioni maggiori rispetto ai due precedenti, con i quali presenta una complessiva capacità suppletiva d’invaso stimabile in oltre 200.000 metri cubi d’acqua, non certo trascurabili ai fini della sicurezza, rappresenta inoltre il limite tecnico a monte della navigabilità (anche se sarebbe più corretto esprimersi meglio con il termine di percorribilità in acqua al massimo per modeste houseboat o piccole imbarcazioni di accompagnamento per turisti) ma questo invaso è importante anche per una scelta diversificata alla spiaggia del mare, che offre in alternativa alla sabbia una suggestiva riviera di verdi radure nascoste e circondate da spazi boscati, con gli approdi per le imbarcazioni e piccoli aggregati di case galleggianti e perché infine rappresenta lo snodo tra il corridoio ambientale dell’asta fluviale e quello immaginato dall’asse di collegamento tra i poli equidistanti e simmetrici rappresentativi delle ex cave bonificate di Montebianco sul lato della Corinaldese a da quella di San Gaudenzio sul lato dell’Arceviese.

Un altro polo satellite, con nuove architetture e un diverso paesaggio costruito, dove concentrare le strutture dedicate al tempo libero e allo sport con stadi, parchi giochi e tematici, potrebbe trovare la collocazione ottimale a ridosso della Corinaldese di fronte a borgo Ribeca, accessibile direttamente dall’ambito naturale del fiume senza avere per altro con esso rapporti di interferenza o conflittualità.

Le ultime considerazioni vanno al bacino principale 1, di cui abbiamo già in precedenza ampiamente trattato per la sicurezza idraulica della città e per le sinergie sussidiarie che si sviluppano, dall’emergenza siccità, alle grandi opportunità per il turismo e per lo sport con il campo di regata per il canottaggio, con una riflessione che invita a un ripensamento all’iniziativa delle vasche d’espansione, che se attuate rappresenterebbero un errore imperdonabile comprensibile da semplici dati di confronto.

La capacità idraulica prevista dalle vasche è di circa 900.000 metri cubi per un estensione territoriale praticamente eguale a quella del bacino fisso che però ha una capacità di oltre 4.000.000 di metri cubi. Ovviamente il costo per unità di superficie è inferiore per le vasche in quanto il bacino fisso va scavato e impermeabilizzato al di sotto del piano di campagna, ma a questo si può ovviare con un progetto stralcio che utilizza i fondi attualmente disponibili per realizzare in una prima fase un segmento più corto che, a parità di costo realizzerà comunque maggiore capacità contenitiva e un processo tecnico di regimazione molto più efficiente rispetto alle vasche.

FINE

Cap. I: "La questione idraulica"
Cap. II: "Il fiume sicuro"
Cap. III: "I nuovi bacini fluviali"
Cap. IV: "La sostenibilità economica"
Cap. V: "Fruizione alveo e navigabilità"

Cap. VI: " L'opportunità turistica"
Cap. VII: "Tratto urbano dalla foce al Foro"
Cap. VIII: "Tratto urbano davanti ai portici"
Cap. IX: "Tratto urbano dello Stradone"
Cap. X: "Il nuovo porto fluviale"

di Paolo Landi

Commenti
Patetico
Scritto da Visitatore anonimo il 2014-12-28 10:17:17
Veramente patetico

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Ultimo aggiornamento ( venerdì, 26 dicembre 2014 18:36 )
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