Sul Tribunale, le bugie del sindaco hanno superato ogni limite. Quando si ha un concetto della pubblica amministrazione come quello che ha la signora Angeloni, si può arrivare persino, come in questo caso, a negare l’esistenza di atti ufficiali a firma (pensate un po’) di due magistrati. Rispondendo alla mia interrogazione sui ritardi spaventosi accumulati per i lavori di risistemazione del Tribunale di Senigallia, il sindaco Angeloni ha tentato di giustificare maldestramente i ritardi nei lavori di trasferimento dei vari uffici scrivendo testualmente: “Il Tribunale non è stato ancora in grado di trasmettere al Comune le indicazioni in merito alla definitiva distribuzione e destinazione dei locali, circostanza questa che ha costretto questo ente ad instaurare le trattative con le ditte di facchinaggio sulla base di ipotesi di lavoro aleatorie, costruite su mere indicazioni verbali fornite dai vari funzionari addetti agli uffici giudiziari”.
In pratica, il sindaco, mentendo, ha scaricato sui funzionari del Tribunale le responsabilità dell’inefficienza dell’assessorato preposto. Ebbene, non da oggi, ma dal febbraio del 2001 (sic!) il sindaco ha ricevuto una lettera ufficiale a firma dei due magistrati dott. Capezza e dott. Melucci nella quale si indicava, con dovizia di particolari, l’ubicazione di tutti gli uffici con conseguente destinazione dei locali (cancelleria civile al primo piano, cancelleria penale e ufficiali giudiziari al secondo, ubicazione esatta delle aule di udienza e via di questo passo). Quella comunicazione scritta (altro che “mere indicazioni verbali”) è stata richiamata formalmente e pedissequamente nel febbraio del 2006 in un’altra lettera inviata dal cancelliere del Tribunale al sindaco di Senigallia e regolarmente protocollata in Comune. Questa è la verità incontestabile. A questo, si aggiunga l’indicazione formale (e scritta) del Presidente del Tribunale di Ancona che chiedeva l’immediato trasferimento degli uffici degli ufficiali giudiziari poiché attualmente ospitati in ambienti non a norma di legge. Quanto scritto dal sindaco è dunque grave e deve destare seria preoccupazione la ostentata negazione dell’esistenza di un atto formale peraltro sottoscritto da due giudici. Sui ritardi accumulati per mettere in funzione l’ascensore poi, il sindaco non fornisce alcuna risposta seria continuando a trincerarsi dietro cavillose elucubrazioni burocratiche e rimpallo di responsabilità come nello stile del più grigio dei pubblici uffici. Non è più il tempo delle bugie e dei ritardi colpevoli. E’ il momento dei fatti. Il sindaco si scusi con i dirigenti e i magistrati del Tribunale e faccia ciò che il Comune ha il dovere di fare. Subito. da Roberto Paradisi Liberi Per Senigallia |