Il tema della “variante Arceviese” è ancora al centro del confronto politico istituzionale. In questi giorni si sono infatti susseguite prese di posizione, dichiarazioni e interventi da parte di consiglieri e ciò naturalmente costituisce un fatto positivo, segnale della volontà comune di contribuire all’adozione delle scelte migliori. Sento la necessità tuttavia la necessità di rispondere ad alcuni rilievi critici sollevati in particolare dal gruppo di rifondazione comunista, fondati su alcuni elementi di valutazione che francamente non ci appaiono condivisibili.
Le forze politiche del centro sinistra hanno dimostrato di lavorare per una programmazione dell’uso del territorio basata su contenuti qualificanti riassumibili in un obiettivo principale: ricercare il corretto equilibrio tra esigenze di sviluppo e sostenibilità ambientale. Questi sono gli obiettivi che intende perseguire la “variante Arceviese” appena adottata dal Consiglio Comunale: raggiungere un giusto equilibrio tra tutela dell’ambiente, moderato sviluppo urbano in grado di rispondere al fabbisogno abitativo delle frazioni e alla richiesta di edilizia sociale, attenzione alla funzionalità economica. E’ bene ricordare come la variante non aumenti l'edificazione sull'asse arceviese, ma individui alcuni comparti edificatori a monte della strada, a completamento delle frazioni. Per quanto riguarda Borgo Bicchia sono previsti 2 comparti edificatori: il primo era già previsto dal piano particolareggiato attuale ed ha anche la finalità di reperire gratuitamente una consistente area destinata agli usi collettivi realizzando un importante collegamento viario della frazione, che eviterà le pericolosissime intersezioni a raso sulla strada arceviese. Il secondo comparto invece, localizzato in un'area già totalmente urbanizzata, risponde alla necessità di reperimento di aree per l'edilizia economica e popolare (per legge ogni piano regolatore deve riservare almeno il 40% delle nuove aree residenziali all'edilizia sociale). Entrambi i comparti rispondono infine alla richiesta di ampliamenti residenziali della frazione, le cui aree edificabili sono totalmente esaurite. Per quanto riguarda invece Borgo Passera sono previsti due piccoli comparti che ricuciono l’espansione spontanea della frazione, definendone con chiarezza il suo limite fisico e dotando il borgo di una fondamentale e necessaria strada di accesso alternativa a Via della Passera, che presenta una sezione estremamente ridotta ed insufficiente. Per la cava di San Gaudenzio l’aspetto più rilevante proposto dalla Variante è quello di avergli dato una gamma di destinazioni diverse da quella agricola, al fine di attirare possibili investitori che possano recuperare il complesso della fornace e riservare una consistente aree a parco pubblico, a fronte di una quota di edificabilità, definita da un indice medio di edificabilità, comunque inferiore a quello attuale. Qualunque tipo d’intervento e qualunque previsione è comunque subordinata ad un accordo di programma, che deve essere approvato dal consiglio comunale, e ad un successivo piano attuativo, che deve sempre essere approvato dal consiglio comunale. In merito alla salvaguardia della specificità del “borgo operaio” di Borgo Bicchia, occorre segnalare come tale specificità è stata individuata nelle case a schiera dei primi del novecento, edificate al bordo della strada, e come la variante ne preveda il mantenimento ed il recupero. Per quanto riguarda il centro direzionale, bisogna evidenziare che non si tratta di una previsione di nuova edificazione su area agricola, bensì di una rifunzionalizzazione di aree già destinate all’espansione di funzioni produttive e collettive. La variante invece riorganizza e rifunzionalizza le aree, ne ottimizza l’accessibilità e la distribuzione, anche in relazione al nuovo assetto autostradale, e individua un significativo polmone di compensazione ambientale nell’area destinata a parco fluviale. Per la portata della previsioni e la rilevanza degli interventi previsti il polo direzionale, insieme al parco fluviale, rappresentano una strategia territoriale di grande interesse per la città, che non può essere stralciato dalla Variante sulla base di perplessità poco fondate e circostanziate. Insomma è importante a mio avviso ribadire come la variante Arceviese adottata dal Consiglio Comunale rappresenti un atto importante, in grado di qualificare l’ambito territoriale come un corridoio ambientale nel quale mettere a sistema una molteplicità di funzioni compatibili con i caratteri naturali dell’area, come i parchi, le reti ricreative, le preesistenze storiche e culturali e gli insediamenti residenziali. Per quanto riguarda l’asserita necessità di un maggior coinvolgimento, vorrei ricordare che in un processo di discussione che è durato quasi quattro anni, c’è stato tutto il tempo per chiunque per formulare idee e proposte. Poi però, dal momento che chi governa è chiamato a fornire risposte ai cittadini, è necessario che la maggioranza arrivi ad una sintesi la più condivisa possibile. Ed è quello che abbiamo fatto.
Gennaro Campanile Assessore Urbanistica del Comune di Senigallia |