Anche a Senigallia è viva l’attenzione sulle sorti della sinistra nel nostro Paese di fronte alla marcia a tappe forzate verso il Partito Democratico, che nelle intenzioni dovrebbe diventare il cardine della governabilità, in un orizzonte fondamentalmente centrista, con la rinuncia e il sacrificio definitivo di una grande storia, di riferimenti sociali, di radici ideali.
Alcuni incontri e numerosi contatti e colloqui personali testimoniano che, anche a livello cittadino, tanti che hanno fatto della sinistra il proprio punto di riferimento politico-culturale, in particolare nell’ambito dei Democratici di Sinistra, stanno vivendo con sconcerto e non poca amarezza questo processo tortuoso e contraddittorio, di cui l’equidistanza del vertice DS dalle due piazze romane ove si sono svolte le manifestazioni di sabato scorso non è che la più recente, inequivocabile e triste conferma. Nello stesso tempo, l’uscita coraggiosa della sinistra DS (che trova adesioni anche nella nostra città) dall’abbraccio Fassino-Rutelli ha contribuito al diffondersi nell’opinione pubblica di sinistra di una domanda – e di una attesa – di novità e di unità a sinistra. Una domanda, rivolta il primo luogo a Rifondazione, che proviene da singoli, associazioni, esperienze di movimento nel mondo del lavoro, nell’ambientalismo e nel pacifismo, centrata sull’urgenza della costruzione di un nuovo soggetto politico della sinistra. A Senigallia, ad esempio, esiste una tradizione decennale di pratiche politiche e culturali che solo in pochi momenti ha trovato occasione di vivere esperienze unitarie ed oggi meno che mai. I partiti della cosiddetta sinistra radicale camminano ciascuno per la propria strada, contribuendo a mantenere disaggregata una vasta area di società civile e di opinione pubblica cittadina che oggi, al contrario, tanto più con l’apporto della sinistra DS, potrebbe vantare un consenso elettorale ampio, che si può valutare attorno al 20%. Ma non solo di percentuali si tratta, perché è in discussione la possibilità di pesare sul presente e sul futuro della nostra città in modo più significativo di quanto oggi sia consentito dalla stessa partecipazione in Giunta, con lo scopo di riqualificare programmi ed azioni di governo della città che si rivelano non sempre adeguati e talvolta in linea col passato. Quindi, auspichiamo che si apra subito, senza rinvii, un dibattito a livello cittadino per la riaggregazione della sinistra. Un patto di intenti e di azione, una casa comune della sinistra nella quale convivere con pari dignità, un laboratorio che vorremmo chiamare Sinistra Europea, proprio per riferirsi ad un patrimonio vasto di culture politiche e di movimenti che in questi anni si sono battuti per la preminenza del bene comune contro il liberismo, per la pace contro la guerra, per i diritti contro la prepotenza, per la solidarietà contro il razzismo. In questo prospettiva, Rifondazione è subito disponibile a mettere al servizio di una aggregazione più ampia il nostro seggio in Consiglio Comunale. Tralascio tante altre considerazioni politiche più generali e ribadisco, in conclusione, che la risposta adeguata all’attuale fase politica è una sola: unità, unità, unità.
Roberto Mancini
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