Finalmente qualcosa si muove per Palazzo Gherardi. Dopo la mia recente visita nei locali abbandonati della sede storica del liceo Classico “Perticari” e l’intervento del senatore Francesco Casoli, che ha aderito con entusiasmo al “Comitato Salviamo i Classici”, arriveranno gli ispettori del Ministero dei Beni culturali. Non posso che esprimere soddisfazione per il passo in avanti che la vicenda registra e che sposta il livello dell’attenzione su Palazzo Gherardi sensibilmente più in alto
Diverse le questioni che dovranno affrontare gli ispettori: l’abbandono e l’incuria in cui il Comune di Senigallia (sindaco, assessorato ai lavori pubblici e assessorato alle Finanze in testa) ha colpevolmente e coscientemente abbandonato il palazzo neo-classico; lo stato di conservazione del patrimonio librario da parte della scuola, lasciato tra la polvere e il degrado, con edizioni uniche abbandonate sul pavimento; lo stato di conservazione delle attrezzature antiche di laboratorio. In un paese civile certe vergogne non dovrebbero registrarsi. Perché la questione del liceo Classico e di Palazzo Gherardi sfiora la barbarie. E non dimentichiamoci la vicenda, ancora irrisolta, del colossale furto di tutte le opere d’arte (quadri, fotografie storiche e stampe) che erano custodite a Palazzo Gherardi. Un colpo al cuore della cultura cittadina permesso dall’ignavia politica e dalla non curanza dei nostri amministratori. Peraltro dai documenti attualmente in mio possesso e che la prossima settimana presenterò alla Procura della Repubblica di Ancona, emergono altri profili di indubbio interesse. Nella relazione firmata dal direttore generale del Comune Rodolfo Ratiglia, tenuta nascosta ai consiglieri comunali per oltre un anno, vi è un imbarazzante scarica-barile con il Comune che punta l’indice contro la Provincia di Ancona e contro la Presidenza del liceo Classico. La Provincia viene accusata da Ratiglia di non aver rispettato le regole ordinarie nel procedimento relativo alla presa in carico e alla riconsegna dei locali del liceo, delle chiavi e dei beni custoditi all’interno della struttura. Il preside del liceo Classico viene invece accusato da Ratiglia di non aver rispettato le regole di corretta gestione nelle operazioni di trasloco. Brillantemente auto-assolti invece dal dottor Ratiglia, che aveva curato una sorta di curiosa inchiesta interna, tutti i vertici del Comune (ma guarda un po’). Semmai, spiegava Ratiglia, occorreva verificare la responsabilità dei dipendenti comunali. La solita farsa italiota. I vertici non pagano mai e tutte le colpe, come nel più classico dei cliché politicanti, ricadono sulle pedine più deboli. Al di là comunque delle conclusioni più che discutibili a cui è giunto il dottor Ratiglia, che ha dovuto esercitarsi in vere acrobazie argomentative pur di auto-assolvere sindaco, dirigenti e assessori competenti (gli stessi che avevano boicottato la commissione di inchiesta pretesa in consiglio dalla minoranza), restano alcuni dati estremamente interessanti contenuti nella relazione di cui La Procura della Repubblica, già investita della questione dopo l’esposto del “Comitato Salviamo i Classici”, potrà senza meno tener conto anche in relazione ad eventuali ipotesi di ulteriori reati rispetto a quello del furto aggravato contro ignoti. Come promesso fin dall’inizio di questa imbarazzante vicenda, posso garantire ai cittadini di Senigallia che andrò fino in fondo con l’aiuto prezioso del senatore Casoli e l’apporto, mai mancato, dei componenti del “Comitato Salviamo il Classico”, primi tra tutti i professori Moraca e Coppola. Di una cosa siamo certi: il tempo è galantuomo.
Roberto Paradisi
Consigliere comunale Esponente del “Comitato Salviamo i Classici”
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