Ludmila Cecchini è una energica signora responsabile volontaria del servizio Infoanimali del Comune di Senigallia. Il 12 giugno u.s. si presenta allo sportello Infoanimali una signora residente in via Venezia a Senigallia, lamentando che nei pressi della sua abitazione viveva una numerosa colonia felina la cui presenza alla suddetta non era gradita.

Chiedeva un intervento di allontanamento, ventilando ”che avrebbe anche potuto risolvere la faccenda in modo che preferiva evitare” (queste all’incirca le sue parole). La Sig.ra Cecchini le fa notare che non era possibile lo spostamento, in quanto proibito anche dalle disposizioni comunali(Regolamento Comunale sulla tutela degli animali, titolo I, art.15, comma 2 e art. 19, commi 1 e 2) e che, piuttosto si sarebbe attivata per far effettuare al più presto le dovute sterilizzazioni, come previsto dal Regolamento della Regione Marche del 13 novembre 2001, n° 2,art. 11 comma 2 (Regolamento di attuazione della legge Regionale N° 10 del 1997).

Così Ludmila mi chiama, in quanto presso la locale ASUR sono addirittura “referente” per le colonie feline, e dopo il lavoro verso le 18 ci siamo recate in via Venezia a casa della signora che si occupa di questi animali. Apprendiamo che la colonia è costituita da 15 gatti tra maschi e femmine adulti e da circa una decina di cuccioli, dato che la ASUR non ha ancora provveduto alle necessarie sterilizzazioni; inoltre ci sono anche altri gatti di proprietà che però non sono sterilizzati e che gironzolano attorno alle ciotole dei randagi e alle gatte della colonia. Apprendiamo anche che questi animali sono invisi alla maggior parte degli abitanti della zona e che nel 1995 una residente nella via aveva letteralmente prelevato 18 degli animali della colonia e portato non si sa dove, approfittando nella temporanea degenza in ospedale della tutrice della colonia.

Inoltre veniamo a sapere che sempre questa “simpatica” vicina ed i suoi familiari sono stati visti spargere “disinfettanti” (non meglio precisati), in direzione dei gatti e del loro sito di stazionamento abituale con un compressore in una occasione e con una pompa in una seconda: nel 2002 in un episodio analogo una residente nella via ha accusato malessere e disturbi per i quali ha dovuto sottoporsi a cure presso il locale pronto soccorso e sempre in quella occasione sono stati trovati morti sette dei felini della locale colonia. Dei fatti occorsi nel 2002 sono stati informati ASUR e Carabinieri.
Pochi giorni dopo, avendo preso i dovuti accordi con il servizio veterinario della ASUR, peraltro già al corrente della situazione, quattro femmine sono state sterilizzate e ho preso accordi per procedere nelle sterilizzazioni di tutti gli altri.

In questa settimana è accaduto un episodio analogo a quello del 2002: la tutrice della colonia vede spargere con una pompa qualcosa dall’odore acre verso il terreno in cui stazionano abitualmente quei gatti e pochi giorni dopo questi smettono di mangiare ed a manifestare gli stessi sintomi: scialorrea, oltre che inappetenza, vomito e diarrea sanguinolenta, deperimento e poi nel giro di una settimana ne sono morti sei. Ho portato i primi due dalla mia veterinaria per l’autopsia e la mia vet. mi ha detto che si trattava di animali dalle precarie condizioni di salute, ma che, specialmente in una, c’erano i segni di un’intossicazione: pareti dell’intestino
fortemente irritate, danni epatici e renali irreversibili. Non si trattava però del solito topicida o lumachicida, che provocano emorragie. Abbiamo ipotizzato che fosse la stessa sostanza usata nel 2002, quando la signora che ha dovuto ricorrere al pronto soccorso è riuscita a sapere (sotto la minaccia di rivolgersi ai Carabinieri) da chi l’aveva spruzzato di quale prodotto si trattasse. La mia Vet. ha chiamato il Centro antiveleni di Milano che le ha spiegato i danni provocati da quella sostanza e sono compatibili con quelli riscontrati dai gatti sottoposti ad autopsia. Ho portato gli ultimi quattro gatti morti alla ASUR che provvederà ad inviarli ad un Istituto Zooprofilattico per determinare le cause delle morti. Nel frattempo io e la Sig. Cecchini abbiamo presentato un esposto di questi fatti presso il comando dei Carabinieri di via Marchetti a Senigallia.

Attualmente sono sotto flebo e terapia cinque di questi animali che non sono ancora
fuori pericolo. Ho anche provveduto a spostare i piccoli da quel luogo insicuro.

Certamente nessuno è obbligato ad amare gli animali, ma questo è veramente segno di inciviltà: è come se il lato oscuro e anche spaventoso di certe persone venga fuori con chi non si può difendere. E se in quel giardino giocassero dei bambini? E poi queste sostanze tossiche volando possono arrivare a persone che possono risentirne moltissimo! Lì c’è anche una scuola. In quella via non c’è da stare tranquilli pensando che c’è chi pensa a “fare pulizia” disperdendo
sostanze pericolose per persone, randagi e animali di proprietà.

Roberta Benigni
Ass. Cinofila Senigalliese... e per gli amici dei gatti

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