A Senigallia non c’era (e non c’è) bisogno di liberalizzare la vendita dei giornali. E’ questa la posizione assunta da Rifondazione Comunista durante il dibattito che si era aperto tra le forze politiche e all’interno dell’Amministrazione per riordinare il sistema locale di diffusione della stampa quotidiana e periodica. Su tutto il territorio comunale, tranne poche eccezioni, la distribuzione di edicole è equilibrata e sufficiente a garantire efficacia a questo servizio, molto importante e delicato in quanto ad esso - ma non solo, ovviamente - è affidata la circolazione tra i cittadini delle idee e delle opinioni in innumerevoli ambiti.
In particolare, il rapporto tra numero di edicole e numero di residenti è già piuttosto basso (1 su 1339), analogo a quello di Jesi (1/1312), minore di a quanto registrato a Pesaro (1/1600 circa) e a Fano (1/1700 circa); solo Ancona, città capoluogo, che può vantare su una utenza più ampia dei sui abitanti, ha una proporzione inferiore (1/1125). Da questo rapporto dipende, chiaramente, la porzione di mercato media a disposizione di ciascuna edicola e la possibilità di derivarne un reddito dignitoso, in un contesto che mostra, tra l’altro, un lento ma costante calo delle vendite dovuto alla presenza crescente di altre forme di comunicazione. E’ ovvio che al di sotto di un rapporto già basso non si possa andare e che una liberalizzazione senza regole, tramite la possibilità di vendere giornali ad edicole “non esclusive”, cioè ad esercizi commerciali di diversa natura merceologica, avrebbe generato una concorrenza scorretta, una “guerra tra poveri”, dove i primi a soccombere sarebbero stati proprio molti tra i tradizionali giornalai “esclusivi”, cioè quegli esercizi – di medie e piccole dimensioni - che sono dedicati da sempre alla sola vendita di quotidiani e periodici. Alla fine del confronto, bene, quindi, ha deciso la Giunta Comunale, nel prevedere nessuna nuova licenza per edicole esclusive e solo incrementi particolarmente modesti del numero di rivendite non esclusive (due in più verso sud, altrettante verso nord, una in ciascuna frazione interna, se oggi sprovvista), con l’intento di migliorare la presenza del servizio sul territorio. Per quanto si sia trattato di una esperienza in un settore circoscritto, la lezione che ne deriva è che i problemi si affrontato e si risolvono meglio quando si sollecita la partecipazione dei cittadini e quando si governa e si sceglie lavorando per soluzioni eque, invece di lasciare che a decidere siano le tendenze irrazionali del mercato, secondo un malinteso senso, in questo caso, della parola “liberalizzazione”.
p. Il Direttivo del Circolo di Senigallia Roberto Mancini
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