Pensiamo che alleggerire o liberare dal traffico il centro storico e le aree adiacenti e diminuire l’inquinamento nei punti nevralgici della città sia un’aspirazione condivisa, ma pensare di poterlo fare solo attraverso divieti e limitazioni che impediscano l’uso dell’auto appare abbastanza discutibile, sia dal punto di vista del metodo che del risultato. In tutti i provvedimenti che costringono i cittadini a cambiare le loro abitudini e a rinunciare a certe necessità o comodità, sarebbe molto più efficace e corretto cercare prima il loro consenso e la loro condivisione, attraverso soluzioni alternative che riducano il più possibile i disagi.
Chiudere ad esempio al traffico Piazza Saffi e vie contermini, come è stato paventato, senza aver prima trovato una compensazione ai posti di sosta (quasi un centinaio) che verrebbero eliminati, somiglia molto ad un atto di imposizione gratuita I cittadini avranno anche le loro cattive abitudini, ma non hanno certo la responsabilità della mancata pianificazione dell’assetto viario in rapporto all’espansione urbana e all’aumento del traffico. Perfino nelle nuove urbanizzazioni si assiste ancora ad evidenti errori ed omissioni nella pianificazione delle strade, troppo spesso subordinata agli interessi dell’edificazione. I margini di intervento sono ormai ridotti, ma ancora ci sono. Innanzi tutto provvedere la città storica di parcheggi adeguati e funzionali e di posti macchina per i residenti, cominciando con il reperire le ultime aree ancora disponibili, soprattutto verso sud a ridosso di Via Leopardi, ma anche all’inizio dell’Arceviese o in collegamento con la Corinaldese. Poi adeguare le strade esistenti alle nuove esigenze della viabilità, riprogettando il loro assetto in funzione della direzione del traffico, con interventi sulla dislocazione e sulla qualità del verde, sui marciapiedi e sui posti di sosta, in modo che possano convivere ordinatamente senza rischi automobili, ciclisti e pedoni. Al progetto di decongestionare il centro dalle auto, possono concorrere poi, sia la riorganizzazione del trasporto urbano, che dovrebbe risultare più flessibile, leggero e adeguato alle reali esigenze dei cittadini, sia la limitazione dell’insediamento di uffici pubblici, di banche, di studi professionali e di grossi esercizi commerciali all’interno del centro storico, che potrebbero trovare posto nella immediata periferia, dove più facili sono l’accesso e la sosta. Questo avrebbe anche un effetto positivo sul mercato delle abitazioni. Insomma sarebbe necessario un modo più pragmatico di affrontare il problema al di fuori di ideologismi preconcetti, tanto più che precludendo l’accesso agli spazi urbani senza aver prima pianificato la loro funzione si rischiano anche strani effetti, come il vuoto di spazi precedentemente molto animati, ad esempio Via Carducci e Piazza Manni. Prima di creare dei nuovi vuoti, sarebbe più corretto cercare di capire prima cosa farne, come inserirli all’interno di una progettazione di più ampio respiro e come compensare la sottrazione di spazi al parcheggio e alla circolazione; altrimenti si rischia di non ottenere gli effetti sperati e di spostare traffico e intasamenti in aree limitrofe.
Gruppo Società e Ambiente Il Direttivo
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