Nessuno si è mai illuso che il nostro Teatro La Fenica, atteso per 50 anni, potesse competere con i grandi teatri Italiani sul piano artistico, della programmazione, delle possibilità economiche; Il nostro Teatro può, deve comunque essere simile agli altri più blasonati, almeno con la sua dignità ed il suo decoro; anche il povero ha la sua onorabilità, il suo rispettabile modo di stare con gli altri e a nessuno sarà consentito sbeffeggiare colui che “oltre” i suoi limiti non può spingersi ma cammina a testa alta.
Se il “personaggio” di cui parlo è il nostro Teatro, un luogo di svago ma anche di cultura, se questo luogo ha un ruolo importante da svolgere, Coloro che lo vestono, che lo presentano agli altri, che lo “gestiscono” educandolo a presentarsi con dignità, costoro credo che gli debbano far indossare un abito pulito, per presentarsi in pubblico nel modo migliore, e non importa se ha pochi soldi in tasca.
Mi sono già avventurato, senza successo, a sostenere che l’abito che indossa, che è costretto suo malgrado ad indossare il nostro Teatro, lo squalificano prima ancora che il sipario si apra.
La questione che ho posto, forse opinabile, forze eccessivamente influenzata dall’amore che nutro per tutto ciò che accade nella mia città, mi fa comunque ritenere di non aver fatto abbastanza per farla comprendere. Ho eseguito quindi un collage di loghi che caratterizzano alcuni teatri Italiani, dai grandi teatri come la Scala di Milano e il Regio di Parma, alle Muse di Ancona, al teatro Pergolesi di Iesi o quello di Ostra; ogni immagine ha una sua precisa fisionomia ed identificazione; ognuna di quelle immagini, se usate in ogni circostanza in cui il pubblico viene chiamato ad assistere ad una manifestazione Teatrale, resta impressa nella mente, ovunque quella immagine venga colta; solo così non vi è più necessità di leggere altro per sapere che si tratta di Milano, di Parma, oppure di Ancona o di Iesi.
Anche la nostra città durante la lunga emozionante attesa della rinascita del nostro Teatro ha pensato al suo logo; ha bandito un concorso al quale molti grafici hanno partecipato; è risultato di maggior gradimento il logo che il mio collage riporta (data 1996) ; successivamente, senza che nessuno abbia sentito il dovere di informare nessuno sui motivi, ne si sa chi ha deciso tutto questo, quel logo è sparito dalla circolazione; niente male?? Forse, se fosse stato sostituito con un'altra immagine ! ….e se non fosse che in sostituzione di quel logo sparito ne sono apparsi altri, altre immagini, sempre diverse, con la ineviabile perdita di identità visiva del Teatro; ma soprattutto si tratta di immagini ispirate ad un gusto estetico che definire di pessimo gusto, a mio avviso, è assai riduttivo: ed ecco la immagine più negativamente emblematica: una donna in costume da bagno che, perla del nostro mare, esce da una conchiglia; la foto che allego credo sia più eloquente di qualsiasi commento (..povero Teatro !).
Ora mi sento di chiedere rispettosamente al signor Sindaco e all’Assessore alla Cultura di questa Città, certo in altre e più importanti questioni impegnate, se non credono opportuno riflettere su queste mie osservazioni le quali, placata la indignazione che riguarda solo me stesso, tendono ad evitare in futuro altri negativi commenti già ascoltati non solo di Senigalliesi.
Maurizio Tonini Bossi |