Non me ne voglia l’assessore regionale alla sanità, Almerino Mezzolani, se mi viene quasi spontaneo il paragone con la celebre macchietta comica di Zelig, interpretata dall’artista Paolo Cevoli. Si, mi riferisco proprio all’ormai famoso assessore Palmiro Cangini, con delega alle “varie ed eventuali” nel paesino immaginario della bassa Romagna, Roncofritto.
Ebbene, se non fosse drammatica la situazione che sta vivendo la sanità della Regione Marche, potremmo anche ridere a crepapelle. Ma questo non può avvenire, se pensiamo allo stato in cui si trova la sanità locale. Ieri l’assessore Mezzolani, invitato a relazionare sul nuovo piano sanitario regionale e soprattutto chiamato in consiglio comunale a Senigallia per dare delle risposte alle istanze della città, rappresentate durante la seduta, ha fatto proprio la figura dell’assessore magistralmente interpretato dall’attore comico. Per chi non lo avesse mai visto, l’assessore-comico, oltretutto con un accento fortemente dialettale (guarda caso simile a quello di Mezzolani), spinto da impeto, ma più che altro da un atteggiamento “politicante”, interviene su tutto, con frasi del tutto sconnesse e infilando luoghi comuni e banalità e concludendo i propri interventi nel nulla. Certo seppur con tono più professionale e maggiore pacatezza, nella sostanza è quello che è avvenuto ieri sera in consiglio comunale. L’assessore Mezzolani ha parlato per più di un ora. Concetti rilevanti, risposte fattive e concrete per il nostro territorio praticamente nessuna. Si, perché non possono essere assolutamente considerate soddisfacenti le parole spese per la nomina dei due primari, chirurgia e fisiatria, che ormai da tempo sono senza guida, come assolutamente inutili sono state le parole dell’assessore in tema di politiche per la riduzione delle liste d’attesa. Altrettanto vaga e vana è stata la ventilata promessa della realizzazione della RSA nella zona di Senigallia. Per quanto riguarda la questione del personale medico e paramedico, da stabilizzare e da valorizzare, non sono state dette parole di rilievo, così come per la nuova strumentazione tecnologica, ormai indispensabile a Senigallia. Si è fatta della filosofia, o meglio si è fatta della politica, cattiva politica. Caratterizzata dal dire e non dire, magari per evitare che altre realtà territoriali, a dire il vero sempre più tutelate di Senigallia, potessero interpretare negativamente e sentirsi scavalcate. Insomma, ci saremmo aspettati qualcosa di più da questo incontro. Oggi forse conosciamo la filosofia del piano sanitario regionale, sappiamo che anch’esso è uno strumento vago ed elastico. Avremmo voluto conoscere dati più certi per il futuro dell’ospedale cittadino e della zona senigalliese. Non ci è stata data questa possibilità. E mentre l’assessore parla e cerca di difendere le non scelte regionali, la sanità marchigiana soffre e con essa i cittadini. E’ chiaro che da oggi stesso il consiglio comunale, che sulla sanità è giusto sia unito e coeso per difendere il nostro territorio, dovrà iniziare ad alzare la voce, così come avvenuto negli anni scorsi. La politica del fioretto ormai è superata, è giusto, unitariamente, iniziare a lavorare con forza per la nostra sanità.
Alessandro Cicconi Massi Capogruppo Consiliare FI - PPE
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