Pubblicato venerdì, 30 novembre 2007 16:25 - Letture Articolo 4419 - Condividi 
"C'è bisogno della collaborazione di tutti per censire le colonie feline"

gatti randagiLa Legge Regionale della Marche n. 10 del 1997 e la sua attuazione del 2001 stabiliscono che in materia di prevenzione del randagismo canino e felino sono competenti comuni e unità sanitarie locali, queste ultime relativamente a prevenzione delle zoonosi, cioè di malattie trasmissibili all’uomo attraverso il contatto con animali portatori a qualche titolo dell’agente patogeno: per fare un esempio familiare citiamo le micosi.

Le ASL hanno anche l’obbligo di sterilizzare i gatti che vivono in libertà e che costituiscono una colonia felina. Per completezza dovremmo dire che la legge non indica il numero minimo di gatti che costituiscono una colonia, per cui a rigore anche il singolo gatto randagio è una colonia.
Ora, la legge citata indica come altra responsabilità delle aziende sanitarie locali il censimento delle colonie feline che insistono sui rispettivi territori, da aggiornare ogni sei mesi. La Provincia ha a questo proposito lanciato un progetto che vede coinvolte tutte le ASL del suo territorio: entro la fine dell’anno tutte le colonie feline della provincia dovrebbero essere censite dalle rispettive ASL. Il condizionale è d’obbligo in quanto un lavoro completo può essere fatto solo conoscendo perfettamente il territorio: è perciò necessaria la collaborazione di tutti coloro che ne accudiscono una o più di una o di tutti coloro che amano gli animali e che si sono accorti dell’esistenza intorno alle proprie case di uno o più gatti che sanno non essere di nessuno e che quindi è possibile definire randagi. Compilando un opportuno modulo e consegnandolo alla ASL di competenza è possibile fare questa segnalazione. Riteniamo che operare in questo senso sia un’opportunità per due motivi: in primo luogo dà ufficialità all’esistenza della colonia perché la legge le assicura tutela giuridica e poi perché la ASL ne constaterà la consistenza e provvederà all’eventuale sterilizzazione dei suoi componenti.
A questo proposito sappiamo che alcune persone ritengono contro natura sterilizzare cani e gatti. Considerando che chi non ama gli animali quando ne vede girare troppi intorno alla propria casa spesso ricorre a metodi drastici per ridurne il numero, che altri sopprimono cuccioli indesiderati, che i canili sono pieni di cani che nessuno vuole, che gatti non sterilizzati sono soggetti a contrarre nell’accoppiamento e nelle lotte ad esso connesse malattie sessualmente trasmissibili e diffuse purtroppo anche tra i felini e che sono anche soggetti a spostamenti più ampi nella ricerca di un compagno o di una compagna aumentando le probabilità di finire investiti da un’automobile, ci pare evidente che forse sterilizzarli è il male minore.
La Legge Regionale citata inoltre afferma che i comuni hanno invece l’onere della gestione di canili e rifugi insieme ad eventuali associazioni di volontariato. Ma la Legge è chiara: l’onere spetta ai comuni, mentre le associazioni in quanto costituite da volontari possono collaborare. Con onere naturalmente si intende il peso economico, quindi il mangime, la struttura in cui accogliere questi randagi e l’organizzazione di questi rifugi. I comuni peraltro hanno a disposizione del denaro da spendere per i randagi con politiche oltre che di mantenimento anche di contenimento della popolazione. E’ possibile, accedendo agli atti dei bilanci comunali, conoscere l’ammontare di questa cifra e il modo in cui è spesa.
Attualmente il comune di Senigallia, come fanno anche altri comuni dell’interland senigalliese, ricovera presso un canile privato i cani trovati vaganti sul suo territorio, pagando al gestore 1,50 euro al giorno più IVA per ogni cane. Come abbiamo appreso ad un recente seminario organizzato dalla Regione Marche in materia di tutela giuridica degli animali i comuni marchigiani spendono in media 2,7 euro al giorno a cane, dunque noi siamo abbondantemente sotto questa media. Dobbiamo sottolineare che il servizio di gestione dei cani del comune è dato in appalto in seguito ad una gara al ribasso, cosa peraltro prevista dalla legge: cioè colui che si propone come possibile gestore afferma di assicurare da contratto un certo standard agli animali custoditi per una certa cifra e chi chiede la cifra più bassa vince la gara. Poi però l’ente che paga il servizio, quindi l’amministrazione comunale, ha l’onere di verificare che questo standard stabilito da un contratto sia rispettato. Per esempio tutti i cani dovrebbero avere una sufficiente copertura dalla intemperie e dal sole ed una cuccia da non dividere con altri cani, magari dovrebbero avere anche lo sgambamento quotidiano.
Per i gatti invece attualmente esistono tre capanne a ridosso del cimitero delle Grazie costruite circa sei anni fa dal Comune. Lì vengono nutriti circa 40-50 gatti da alcune persone di buona volontà che si sono organizzate per assistere questi animali tutti i giorni. La sottoscritta conosce questa realtà molto bene perché è una di quei volontari. Per questi animali il comune mette a disposizione un buono da 100 euro al mese da spendere in mangime: sempre la sottoscritta va in un noto centro commerciale della città a caccia di offerte per comprare il più possibile con quel denaro. Questa cifra fino due anni fa anziché mensile era ogni tre mesi.
C’è un’altra consistente colonia, circa 40 gatti, in un’altra zona della città. Anche a quei volontari il comune fornisce 100 euro in mangime da un anno a questa parte. Questi animali vengono alimentati su un terreno privato e si rifugiamo in una casa diroccata sempre privata in accordo col proprietario di casa e terreno. Si vede che nessuna delle due strutture può essere definita “gattile”. Se facciamo due conti poi, considerando che a volte il conto del veterinario per un solo gatto può essere di 100 euro, considerando che per alimentarli tutti si spende molto più di quella cifra e che una cura antibiotica per un solo gatto può andare dai 10 ai 20 euro a seconda del farmaco, e che comunque la benzina ed il tempo per portarli da un veterinario o a sterilizzare è a carico dei volontari, ecco che facendo una valutazione a spanne almeno l’80% delle spese per la gestione di questi rifugi è a carico dei volontari. Quindi diciamo che queste due colonie feline sono mantenute da volontari con la collaborazione del Comune. Ringraziamo comunque la nostra amministrazione comunale perché è più collaborativa di molte altre sparse per l’Italia, come abbiamo avuto modo di verificare confrontandoci con altri volontari di altre città anche nei dintorni.
Ci siamo sentiti in dovere di raccontare queste cose perché ci è capitato di essere contattati da persone che volendosi sbarazzare di un gatto indesiderato ce lo hanno portato dicendo che lo dovevamo prendere perché “tanto paga il comune”: a parte che moralmente non sappiamo come si faccia ad abbandonare un animale, ma abbiamo visto che forse non è proprio vero che paghi il comune. Magari queste persone ci hanno raccontato che ci avrebbero aiutati a mantenere il loro animale, ma poi non si sono più viste.
E’ appena il caso di notare che questi volontari, grazie al fondamentale aiuto di un negozio di articoli per animali e dell’Associazione Cinofila Senigalliese sono impegnati a trovare casa a decine di cuccioli trovati randagi sul territorio della città. A questo proposito personalmente solo quest’anno abbiamo seguito la ricerca di una casa degna e la conseguente adozione di 45 gattini. Anche questo richiede tempo sottratto alle nostre famiglie e al tempo libero dal lavoro, e denaro, per esempio per le telefonate, trovato nelle nostre tasche.
Un capitolo a parte meriterebbero tutti quei gatti che ciascuno di noi volontari si è portato a casa nel corso degli anni e che non rientrano in questi numeri: la sottoscritta per esempio attualmente ne ha sei.

Roberta Benigni

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Commenti
Scritto da Visitatore anonimo il 2007-12-01 16:21:30
Perchè una volta tanto non ci date anche un recapito, o un indirizzo e-mail o un numero di telefono? MOlte persone che vorrebbero collaborare in maniera diretta e fattiva alle vostre azioni di volontariato, si trovano spaesate perchè non hanno la minima idea a cui rivolgersi! 
Allargata la vostra visibilità e conoscenza, forse gioverebbe anche agli animal!
Recapito della sottoscritta
Scritto da Visitatore anonimo il 2007-12-02 00:03:52
Ecco fatto. Roberta Benigni 3472773526 per informazioni. 
In merito all'iniziativa della provincia contattare il Servizio VEterinario della ASL 4, centralino 0717909 

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