Sarebbe bastato poco per evitare le polemiche attorno all’inaugurazione degli spazi comunali presso gli ex-Macelli. Sarebbe stato sufficiente coinvolgere gli operatori economici dell’area del Foro, valorizzare la loro presenza, progettare l’utilizzo degli spazi così recuperati col fine della riqualificazione complessiva di quella porzione della città storica e comunicarlo alla cittadinanza.
Così non è stato e, accanto ai rallegramenti per il prossimo “Inform@città”, resta l’amaro in bocca per il progressivo declino della vitalità del mercato del Foro e per la perdita di importanza di una tradizionale forma di commercio che non solo fa parte dell’identità cittadina, ma è tuttora fiorente in città pari alla nostra, anche per le opportunità che offre ad una clientela “popolare”.
La realtà inconfutabile della crisi del nostro mercato non si riduce certamente con belle frasi confezionate “dopo i fuochi”, che suonano come elegante giustificazione e tardivo rattoppo.
Il fatto è che occorrono delle alternative per i parcheggi soppressi, le piazzole di sosta di fronte al Foro vanno liberate il giovedì e il sabato dai camioncini degli ambulanti, consentendo loro di accedere all’area del mercato, deve essere individuata un’area dove effettuare carico e scarico delle merci senza rischiare multe e poi evitare l’insediamento di altri ristoranti o bar, incentivare l’inserimento di nuovi ambulanti, rendere il mercato il punto di confluenza dei prodotti della nostra agricoltura, vantando Senigallia un territorio agricolo che, non dimentichiamolo, è il secondo della provincia per estensione e ricchezza delle produzioni.
Il Mercato del Foro dovrebbe recuperare i suoi vantaggi di economicità, genuinità e comodità per i cittadini nei confronti di altri poli commerciali cittadini, tanto più se pensiamo di incoraggiare la residenza dei cittadini nel centro storico, finalità non ultima del Piano Cervellati.
Quindi, nel momento in cui si progettano riqualificazioni urbane, non è sufficiente pensare al recupero di angoli suggestivi, ma bisogna tener conto di esigenze complessive di mobilità, residenza, lavoro e vitalità culturale. E’ questa la lezione che è già stata espressa da Via Carducci e dal Foro prima, oggi da Piazza Manni.
Siamo ancora in tempo per lavorare ad una città bella anche perché vissuta e vitale, coesa e non lacerata da polemiche e risentimenti per scelte imposte e non partecipate.
A proposito: si tolga quella orribile catena che sbarra Piazza Manni. E’ anche sconsigliabile in caso di particolari situazioni o emergenze.
Roberto Mancini Gruppo Consiliare del Partito della Rifondazione Comunista
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Scritto da Visitatore anonimo il 2007-12-12 05:57:23 Hai pienamente centrato il pensiero di molti commercianti del Foro. Bravo Mancini | |