Ad un’ora imprecisata tra le una e trenta e le due di notte, un consigliere del Pd è andato a casa passando dalla sacrestia, mentre fervevano le votazioni sulla Variante Arceviese. La stanchezza era palpabile, molti consiglieri di maggioranza avevano più volte chiesto di sospendere i lavori per riprendere in un’ora più congrua, ma dalla cabina di regia, Sindaco e Presidente del Consiglio, spingevano per andare avanti, guadagnare tempo, macinare votazioni su votazioni, in assenza dell’opposizione uscita dall’aula verso mezzanotte per protesta. Il tabellone elettronico continuava a segnare 17 presenze perchè attorno al seggio vuoto e dalla cabina di regia, nessuno si era accorto dell’assenza del corpulento e chiassoso consigliere
A questo punto, dopo aver aspettato qualche minuto (mi avevano risposto che era in bagno), ho chiesto la verifica del numero legale e sfilato la mia scheda: tutti a casa, si ricomincia da capo.
Di fronte ad una variante che costituisce il più grande progetto di cementificazione degli ultimi dieci anni non potevo fare altro, visto che le richieste di modifica e di tutela ambientale presentate dal mio gruppo (da un anno fa fino a questa notte) non sono state prese in considerazione.
Mi spiace per coloro che risiedono nelle frazioni e attendono legittimamente la possibilità costruire una casa per i figli, ma la variante ne prevede così tante, troppe, che basteranno anche per i nipoti e i pronipoti. Senza parlare dell’Oasi di san Gaudenzio trasformata in un inquietante “Parco Tematico” e degli 8 ettari di ulteriore centro direzionale nella già congestionatissima area nei pressi del casello dell’autostrada.
E non potevo fare altro di fronte all’arrogante e illecita riduzione del tempo a disposizione dei consiglieri secondo regolamento (15 minuti più 3 per la dichiarazione di voto, da moltiplicarsi per ciascuna delle 165 votazioni della pratica “Arceviese”), ridotto a 25 minuti totali (9 secondi per ogni osservazione da votare), fatto del quale ho informato il Prefetto.
Spero, a questo punto, che non si faccia più in tempo ad approvare questa Variante al PRG.
Infine, ai colleghi del centrodestra e delle liste civiche, dei quali non conosco le posizioni nel merito della Variante, che – altezzosi - disertano i normali, umili, lavori d’aula preferendo la ricerca di titoloni sui giornali, che gridano e vanno a casa, dico che il confronto si fa lì, in aula, e lì si ottengono eventuali risultati; nelle istituzioni che sono e rimangono democratiche, luogo dove ci incontra e ci si scontra, secondo quanto i cittadini ci hanno demandato col loro voto.
Roberto Mancini Gruppo Consiliare del Partito della Rifondazione Comunista |