In attesa dei riscontri sulla presenza di amianto nelle aree degli ex stabilimenti Sacelit ed Italcementi, colgo l’occasione per illustrare alcune questioni sulla tematica.
Il 18 aprile scorso, prima della riunione del tavolo di concertazione sul piano di caratterizzazione del sottosuolo delle aree Sacelit Italcementi, svoltasi presso la sala giunta del Comune di Senigallia, il sottoscritto chiedeva pubblicamente all’assessore all’ambiente Simone Ceresoni chi aveva indetto tale incontro. Un interrogativo scaturito dal fatto che, solo il sottoscritto aveva sollecitato un’apposita riunione a riguardo. In effetti, i giochi erano già stati fatti in quanto era già stato stabilito che il lunedì 21 aprile si sarebbe tenuto un sopralluogo tra la proprietà e gli enti interessati alla bonifica. Un sopralluogo decisamente poco pubblicizzato contariamente all’importanza del caso per la tutela della salute dei cittadini che, a loro volta, sono invece stati chiamati in causa per conoscere i dettagli delle operazioni di bonifica solamente nella serata di lunedì 21 aprile scorso presso l’hotel International. In pratica quando il sopralluogo con i relativi picchettaggi erano già partiti. Sempre in data 21 aprile, su benestare dell’assessore Ceresoni, il sottoscritto ha richiesto all’ing. Severi, collaboratore dello stesso Ceresoni, le varie documentazioni del verbale di sopralluogo, della planimetria dei punti di campionamento e del programma esecutivo di lavoro che – alla luce dei fatti – hanno dato per scontato avviare il piano di bonifica stesso. Tutto ciò quindi mettendo i cittadini di fronte al fatto compiuto. Consultando il verbale del sopralluogo esperito sempre in data 21 aprile (anche se nel verbale del Comune di Senigallia risulta erroneamente indicata la data del 21 marzo) il sottoscritto coglie l’occasione per informare la cittadinanza su quanto accaduto. Nello specifico il rag. Sandro Barbadoro, in rappresentanza della società Vecchia darsena srl riferisce “che c’è una sostanziale corrispondenza fra quanto riportato su tale planimetria e quanto descritto in quella ricostruita dalla memoria storica degli operatori”. Lo stesso Barbadoro rende anche noto “di aver verificato la necessità di ricostruire tutti i 18 piezometri previsti. Per la zona A e B aventi una superficie di circa 50 metri quadrati, nelle quali si è accertata la presenza di stridi di materiali contenenti amianto, poiché il piano di lavoro da presentare all’Asur è stato approntato, si potrebbe subito procedere alla rimozione”. Dal canto suo Angela Michela Siciliani, in rappresentanza dell’Arpam di Ancona ha dichiarato che “presa visione delle zone A e B, essendovi un accumulo di residui di demolizioni che impediscono di individuare il piano di campagna, i carotaggi non possono essere correttamente effettuati”. Siciliani afferma inoltre che “si può procedere asportando i detriti delle demolizioni di dimensioni maggiori. Invece dove la granulometria del suolo è fine si può inziare subito con i carotaggi”. Il perito chimico Siro Rossetti, in rappresentanza dell’Asur ztl n.4 dice “dove si ipotizza la presenza delle condotte sotterranee, se i carotaggi non le intercettano, diverrà necessaria l’esecuzione di brevi trincee trasversali per individuarle”. Altra dichiarazione di Siciliani interessante è quella in cui afferma che “prima di attuare la caratterizzazione delle zone nelle quali verranno rinvenuti i sottoservizi reputo opportuno rimuoverli per valutare la profondità alla quale spingere i carotaggi, in funzione di quella alla quale è stato rilasciato il materiale cemento amianto nel sottosuolo”. Inoltre sostiene che “la procedura attuativa concordata potrebbe prevedere lo spostamento di parte dei 56 punti di carotaggio previsti in corrispondenza dei sottoservizi” Barbadoro invece propone “di iniziare gli interventi entro la prima metà di maggio” (ma nel verbale del Comune di Senigallia si legge entro al prima metà di aprile). Inoltre chiede “di confermare che i punti di campionamento sono tre: il top – soil, uno a profondità di 80 centimetri e l’altro di 150”. Siciliani conclude “dando conferma di ciò, precisando che in caso di necessità, potrà essere richiesto l’approfondimento della quota 150. Su tutti i campioni dovranno essere rilevati gli analiti previsti dal piano di caratterizzazione, con vagliatura sul campo”. Questo quanto si legge dal verbale citato. Il sottoscritto si chiede invece come mai davanti al cancello della ex Sacelit è costantemente posizionata un’auto della sicurezza ? Quale è il motivo ? Forse perché l’area è fortemente contaminata e sussistono preoccupazioni sull’eventualità che entrino persone ? Perché fu concesso il parcheggio nel 2006 per la sosta di auto quando la situazione era similare a quella odierna ? Insomma questo il quadro della situazione. Ed allora per tutti gli abitanti di Senigallia ed in particolare per quelli della zona limitrofa si può stare assolutamente tranquilli o no ?
Carlo Montanari
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