Sulla vicenda denunciata pubblicamente dalla signora Tamara Gregoretti nei giorni scorsi si è detto e scritto di tutto e di più. Tranne una cosa semplice: la verità. Quale legale del proprietario dell’appartamento in via Da Palestrina, è bene allora mettere i puntini sulle “i” e intanto spiegare che la vicenda è tutt’altro che definita.
Dopo le dichiarazioni trionfali secondo le quali il caso sarebbe brillantemente risolto, è appena il caso di dire che non si è risolto un bel niente e che il proprietario attende ancora il pagamento dei canoni arretrati senza che nessuno, e sottolineo nessuno, lo abbia contattato. Tantomeno il Comune di Senigallia. Ragion per cui, se i ritardi dovessero ulteriormente protrarsi, si renderà necessario procedere nella procedura di sfratto per tutelare i sacrosanti diritti del proprietario il quale, sia detto per inciso, è sempre stato estremamente disponibile nei confronti dell’inquilina. Per chiarezza: se del caso, avvierò la procedura senza farmi condizionare dalle minacce di chi vorrebbe risolvere una semplice vicenda di colpevole morosità in un teatrino politico con picchettaggi e striscioni. Il diritto è una cosa seria. Faccio peraltro presente che la signora Gregoretti non ha fatto fronte al pagamento del canone giustificando detto comportamento (anche attraverso una lettera di un proprio avvocato di fiducia) non già per asserite difficoltà economiche, ma accusando falsamente il proprietario di essersi disinteressato di un problema verificatosi all’interno del bagno. Problema che l’inquilina ha pensato bene di risolvere non, come buon senso, contratto di affitto e codice civile prescrivono, informando il proprietario, ma rivolgendosi direttamente alla ditta costruttrice e facendola intervenire all’insaputa del proprietario stesso. Risultato: ora il proprietario si trova alcune mattonelle del bagno totalmente diverse con conseguenze estetiche decisamente discutibili. Non solo. La signora Gregoretti, dopo aver calpestato ogni diritto del proprietario, ha pensato bene di non corrispondergli il canone mensile trattenendosi il denaro per fantasiosi “disagi” subiti. In qualsiasi momento, naturalmente, posso dimostrare senza tema di smentita quanto appena riferito. Il risultato del circo mediatico inscenato da chi, evidentemente, aveva bisogno non già di difendere il debole di turno ma di apparire risolutivo davanti ai fotografi è quello di un proprietario che attende ancora di ricevere gli affitti arretrati. Un proprietario il cui diritto – addirittura con minacce di picchettaggi – è stato messo in discussione anche avanzando dubbi sulla congruità del canone concordato. Preme allora sottolineare non solo che il canone rispetta pienamente quanto previsto dalla legge 431 del 1998, ma che si tratta di un appartamento interamente arredato in un palazzo signorile con tanto di corte esclusiva (di 24 metri quadrati) e garage (di 18 metri quadrati). In un Pese regolato secondo diritto, gli affitti ai proprietari, che con sacrifici enormi, sono riusciti ad acquistare una casa, si pagano senza inscenare teatrini e, almeno in questo caso, senza accusare servizi sociali e fantomatiche crudeli logiche del mercato (come pure è stato fatto).
Avv. Roberto Paradisi Legale del proprietario
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