La nostra civiltà, per fortuna, non commina più condanne a morte, né ergastoli, nemmeno agli assassini più efferati, se sono esseri umani. Ci sono però animali che, pur dividendo intimamente l'esistenza come compagni dell'uomo, possono impunemente venire condannati dal loro stesso padrone a morte, o, con una alternativa "buonista", all'ergastolo, in un canile pubblico. Questo può succedere a un cane che, magari proprio per un errore del padrone, ha morso una volta.
In questi giorni, nella nostra città di Senigallia, pende la condanna a morte a un pastore maremmano/ abruzzese che si è macchiato di tale "delitto". Animalisti sensibili, venuti a conoscenza del caso, cercano di salvarlo. Per ora sono riusciti a procrastinare di poco la condanna...ma fino a quando? Ma ci sarebbe anche un'altra soluzione: si spedisce il colpevole al canile in una gabbia per il resto dei suoi giorni. Una condanna all'ergastolo è quel che ci vuole per certi indisciplinati...Non vi pare? Gli esempi di crudeltà da parte della nostra specie non mancano mai. Scrivete tutti per protestare delle e-mails al Comune
, all'ASUR
, telefonate al servizio veterinario 071 79092354, a chiunque vi viene in mente che possa fermare le condanne; e che il padrone tenti ancora una volta di riprendere il contatto con il suo cane, magari con l'aiuto di una veterinaria comportamentista. Nel nostro comune c'è una veterinaria con tale qualifica e che ha già collaborato con le Istituzioni. La si può facilmente trovare. Non faccio il nome del padrone che, probabilmente, non è proprio senza cuore, forse si è molto spaventato, ma spero che ci ripensi e tenti ancora di riprendere il suo cagnone a vivere con sè.
Ludmila Cecchini volontaria dello sportello infoanimali del Comune di Senigallia