In questi giorni, la Giunta regionale del Piemonte ha approvato il programma 2008 di finanziamento degli interventi di bonifica e lo smaltimento dell’amianto. Un provvedimento fondamentale per il quale la nostra Regione dovrebbe prendere esempio per rendersi veramente conto cosa bisogna fare per eliminare veramente la presenza di amianto.
Il sottoscritto si batte da sempre per i danni provocati dall’amianto a Senigallia e per quelli che potrebbe creare in futuro. Ritengo quindi sia molto importante rendere noto cosa accadrà da ora in poi in Piemonte grazie a questo programma. E soprattutto – ribadisco – riflettere e prendere esempio. Lo stanziamento globale ammonta a oltre 10,2 milioni di euro e prevede interventi in quasi tutte le province piemontesi. La tipologia delle attività va dalla messa in sicurezza di alcuni siti, a veri e propri progetti di ripristino ambientale. Vengono utilizzate risorse proprie della Regione Piemonte, a differenza delle bonifiche di carattere nazionale (Acna, Pieve Vergonte, Basse di Stura, Casale Monferrato, ecc.) che vengono finanziate con fondi statali. Sotto il profilo economico si tratta un impegno considerevole, dalla Giunta regionale ritenuto imprescindibile e vincolante nonostante le difficoltà attuali della finanza pubblica. Il testo approvato tende ad affrontare sotto tutti i punti di vista la gestione delle situazioni in cui occorre eliminare e smaltire i manufatti contenenti amianto. La legge incentiva la ricerca sulle patologie correlate all’amianto, in primis il mesotelioma, e sostiene anche la ricerca applicata per trovare soluzioni più sicure ed economiche per lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto, provenienti dalla demolizione di manufatti. Il Piemonte vanta una lunga esperienza in tema di bonifica da amianto dato che già negli anni ’90 era stato attivato un piano operativo di bonifica nel Casalese, per il risamanento dell’area dell’ex stabilimento Eternit, per la rimozione dei tetti con copertura di amianto negli edifici pubblici e per l’eliminazione del «polverino» usato in modo improprio per pavimentare cortili di edifici pubblici e privati e per l’isolamento termico dei sottotetti. Bisogna inoltre ricordare che anche Balangero, una grande miniera a cielo aperto di minerali contenenti amianto, è in corso di recupero ambientale. Ora si tratta di rendere amianto-free tutta la Regione: un obiettivo ambizioso ma necessario. La nuova legge prevede un piano per individuare, tramite censimenti, le aree dove è prioritario l’intervento, proporzionato ai rischi connessi. Peraltro, in questa azione occorrerà aiutare i privati nell’eliminazione delle coperture di amianto e sostenere la rimozione di questo materiale pericoloso anche da edifici di servizio pubblico e dove sono presenti comunità, innanzitutto da scuole e case di riposo per anziani. La legge mette in evidenza l’impegno del Piemonte su questo tema, anche se è necessario un sostegno adeguato a livello finanziario. Come nelle Marche, ed in particolare a Senigallia, la storia dell’amianto in Piemonte è costellata di numerosi lutti e di vittime inermi che hanno pagato con la vita la presenza di un’attività che, con l’evoluzione delle conoscenze, si è rivelata pericolosa per la salute. Ora non è sufficiente vietare la lavorazione dell’amianto e auspicare che la magistratura individui le responsabilità individuali per sanzionare coloro che, per negligenza o per interessi, si sono resi responsabili del perdurare dei rischi, pur essendo a conoscenza degli effetti nocivi dell’amianto sulla salute. Tutto ciò che si sta facendo è un atto dovuto nel ricordo delle vittime e per rispondere alle attese dei comitati dei familiari delle vittime. da Carlo Montanari Presidente Ass. Lotta all'Amianto
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ASUR Scritto da Visitatore anonimo il 2008-10-10 18:11:34 Sarebbe interessante conoscere come si è attivato il Dott. FIORENZUOLO direttore dell' ASL di Senigallia. | |