Senigallia è una delle poche città medio-grandi della fascia costiera marchigiana a non essersi dotata di una circonvallazione o, almeno di avere un progetto fattibile.Questo comporta, è sotto gli occhi di tutti ma è sempre bene ricordarlo, il transito dei veicoli di passaggio nella direttrice nord-sud, quelli provenienti dall’entroterra (rotabili arceviese e corinaldese) nonché il traffico in entrata ed in uscita dal casello autostradale, nel centro città, in parte nel centro storico (Via Leopardi).Tanto da far assurgere, oggi, a funzioni che non gli competono, vie cittadine come Via Cellini, Via Po, Stradone Misa, Via Rossini.
Una causa di forte disagio per residenti e viaggiatori, e fonte di pesante inquinamento da polveri sottili (PM 10) che vede la nostra città in testa per le Marche, insieme a Marina di Montemarciano, in questa non invidiabile classifica. Una grave lacune, tanto cha la Provincia nel suo P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento) adottato alcuni anni fa, ne aveva previsto d’ufficio un tracciato provvisorio, invitando il Comune di Senigallia ad inserirne una previsione nei propri strumenti urbanistici.
Di circonvallazione a Senigallia se ne parla da tanto tempo, fin dallo studio del primo P.R.G., negli anni del dopoguerra. Diversi gli incarichi assegnati ed i progetti elaborati, tra tante diatribe e spinte contrapposte, ma mai nessuno è stato approvato a causa, soprattutto, degli interessi speculativi immobiliari che si sono appropriati man mano delle aree destinate a quest’opera. L’occupazione sistematica di tutti gli spazi disponibili ha reso sempre più difficile studiare progetti e poterne conciliare brevità (e quindi utilità) e non interferire con zone densamente abitate. Il risultato è che oggi stiamo scontando ancora una volta le conseguenze di decenni di pessima gestione del territorio e di cattiva urbanistica. Ricordiamo, ad esempio, le forti resistenze ed opposizioni sempre frapposte da tutte le forze politiche a chi chiedeva di prevedere fasce di rispetto ai lati delle grandi arterie. Anzi, fini a tempi recenti si sono autorizzate edificazioni ed intere lottizzazioni proprio ai margini dell’autostrada, come in Via Po. E se ricordiamo bene, allora l’unica voce di opposizione a tali interventi fu proprio la nostra. Solo la caparbietà dell’allora assessore Bertolini è riuscita ad imporre una risicata fascia di rispetto ai lati dell’autostrada.
A questo punto si è presentata l’occasione di avere un’opera che prima non si era riusciti neanche a progettare e con costi in gran parte a carico della Società Autostrade, un’occasione da non perdere. Certo la nuova strada avrà comunque un grosso impatto ambientale, costituirà un pesante fardello sul territorio e comporterà disagi e sacrifici soprattutto per i residente dei quartieri interessati. Una parte della città è destinata a pagare un prezzo molto alto in termini di modifica del territorio e della qualità della vita, condizioni che occorre mitigare e compensare il più possibile per evitare di scaricare su una minoranza i sacrifici necessari in nome dell’interesse generale della collettività. L’interesse generale chiede, infatti, che questa nuova arteria assolva a quelle funzioni di circonvallazione, di cui tutti manifestano la necessità, anche i più accaniti contestatori della complanare, magari proponendo progetti e tracciati alternativi meno efficaci o irrealizzabili. E in questa ottica il suo obiettivo prioritario deve essere quello di convogliare sul suo percorso il traffico di transito sulla tratta litoranea e quello di collegamento con l’autostrada e la corinaldese-arceviese, alleggerendo così la congestione interna alla città. Resta secondaria o addirittura irrilevante invece la funzione di collegamento interquartiere, cui invece l’Amministrazione Comunale, stando ad alcune dichiarazione, intende dare uguale importanza, tanto che, oltre ai due indispensabili svincoli di entrata ed uscita, il progetto ne prevede altri quattro, di cui tre in zona centrale (ospedale, via Po e casello autostradale). Tale concentrazione di svincoli crediamo non faciliti l’allontanamento del traffico dalla città, anzi rischia di concentrarlo ancor più in alcuni punti critici, rallentando e rendendo più complicato il transito. I due svincoli di via Po e dell’ospedale poi, oltre ad essere fortemente impattanti sul tessuto urbano e fonte di notevoli disagi per i residente dei quartieri interessati, appaiono abbastanza discutibili per l’eccessiva vicinanza. Se il reale obiettivo della nuova opera è quello di ingabbiare e rendere più fluido il traffico di transito, sarebbero sufficienti e convenienti al massimo due sole uscite sull’arceviese e sulla corinaldese; questa soluzione alleggerirebbe anche notevolmente l’impatto ambientale sui residenti.
In conclusione riteniamo che la funzione essenziale di questa nuova arteria debba essere quella di una circonvallazione al fine di convogliare su di sé il traffico di attraversamento. Di conseguenza, oltre a ridurre gli svincoli di entrata e uscita, sarebbe indispensabile prevedere e progettare il suo prolungamento oltre il Cesano e il Ciarnin, magari da realizzare in una seconda fase, provvedendo intanto a vincolare le aree interessate per evitare gli scenari che si stanno vivendo ora. Certo diverso sarebbe stato il risultato se il progetto fosse stato programmato venti o trenta anni fa e poi realizzato negli anni successivi. Anche allora ad impedirne la realizzazione furono i veti contrapposti di portatori di interessi settoriali più o meno legittimi. Per cui invitiamo da una parte l’Amministrazione Comunale ad aprire in tempi brevi di un serio confronto con la città, confronto e dialogo che serva per chiarire i tanti dubbi che ancora suscita il progetto e la disponibilità ad accettare quelle modifiche che lo possano rendere più funzionale ed accettabile. Dall’altra parte si dovrebbe fare uno sforzo al fine di abbandonare posizioni pregiudiziali e di mero principio, e la disponibilità ad accettare quei sacrifici indispensabili all’interesse generale.
per Gruppo Società e Ambiente il Comitato Direttivo
|