Pubblicato lunedì, 10 novembre 2008 12:39 - Letture Articolo 2881 - Condividi 
"Caccia alla soluzione: la soluzione è soprattutto la caccia"
cinghialeDopo i continui danni segnalati dagli agricoltori e dagli automobilisti sento il dovere di suggerire all’assessore competente( visto l’assoluto immobilismo dello stesso) la possibile soluzione al grave problema relativo all’eccessiva popolazione di cinghiali presente all’interno del parco del conero e in alcune zone adiacenti al parco della gola della rossa.
I danni pagati ( nella maggioranza denaro pubblico) nel 2007 sono stati pari a 4 milioni di euro.
Se poi consideriamo i danni all’ecosistema bosco la cifra ( che in pochi considerano ) è destinata ad aumentare.
Se il problema fosse stato affrontato, con buon senso e senza ostacoli di natura ideologica, questa cifra poteva essere pari ad un decimo.
Se il problema fosse stato affrontato l’ente pubblico potrebbe ora disporre di almeno tre milioni di euro in più.
Il sottoscritto, nella veste di agronomo, da un lato conosce l’entità dei danni ( che sono sempre maggiori rispetto a quelli pagati dagli ATC e dall’ente pubblico) e nella veste di “ cinghialaro” conosce le caratteristiche del cinghiale e, proprio per tali motivi, al cittadino e a chi ci governa, sento il dovere di segnalare le seguenti osservazioni e/o consigli:
1. Il cinghiale è una pregiata selvaggina e, con tale motivazione, centinaia di cacciatori sono disponibili a pagare 2-300 € per una battuta al cinghiale;
2. Sotto il rigido controllo della forestale e dei guardiacaccia è pertanto possibile organizzare al parco del conero, nell’assoluto rispetto delle norme di sicurezza, 10 battute annue con almeno 50-100 cacciatori ( questo è il numero che serve se si vuole abbattere la popolazione) e “ in un sol colpo” si è trasformato un costo ( i famosi 3000000,00 di € ) in ricavo pari a 200.000,00 € ( soldi che potrebbero essere sufficienti per pagare i danni che nel frattempo si saranno ridotti) e liberare quindi risorse pubbliche per altre e più gravose necessità.
3. I selettori ( gli unici autorizzati oggi a cacciare nei parchi) non saranno mai in grado di risolvere il problema in quanto la prolificità dei cinghiali ( dovuta anche agli inverni sempre più miti) è sempre superiore al numero dei capi abbattuti dagli stessi.
4. I bracconieri ( tutti sanno della loro notevole presenza e tutti sanno che quasi tutti “ chiudono un occhio”) sono, in primo luogo, ( quanti incidenti anche mortali sono avvenuti?) pericolosi e non solo per se stessi.
5. La girata ( forma di caccia effettuata con poche persone) nella realtà non sarà mai in grado di risolvere il problema. ( le difficoltà dei luoghi in cui vive il cinghiale permettono allo stesso di sfuggire con facilità all’abbattimento)
6. L’introduzione del lupo non risolve il problema in quanto il cinghiale ha già messo in atto l’opportuna strategia di difesa ( si muove a gruppi). Il lupo, tra l’altro, determina, purtroppo, ulteriori e gravi danni agli allevatori.
7. I recinti di cattura ( ulteriore fonte di spesa di denaro pubblico) se utilizzati in modo serio potrebbero essere uno strumento efficace.
8. Il territorio assegnato alle squadre di cinghialari nelle zone prossime al parco è tecnicamente errato ( ci sono squadre che dispongono di 700 ettari di bosco che non saranno mai in grado di ridurre la popolazione di cinghiali e squadre che stranamente dispongono di 200 ettari di bosco) ( voce di popolo riferisce che le prime sono vicine la bacino elettorale dell’assessore)
9. Tale voce trova purtroppo conferma dal fatto che nella zona di Arcevia a sei squadre è stato assegnato un territorio ( che doveva compensare una riduzione di bosco destinato all’allargamento della gola della rossa) che nella realtà è risultato privo di cinghiali, mentre in molti boschi del fabrianese, a causa dell’eccessivo territorio, non si effettua quasi mai il dovuto prelievo venatorio da parte delle squadre locali.
10. Il calendario venatorio, così come è strutturato, nelle zone pre-parco, favorisce la fuga dei cinghiali nel parco aumentando, di conseguenza, la popolazione già eccessiva.
11. Impellente la necessità, pertanto, di modificare il calendario venatorio anche perché l’attuale favorisce contrasti e discussioni tra gli stessi cacciatori che esercitano forme diverse di caccia.
12. In quest’ultima direzione qualche idea e proposta credo di averla. Rimango nell’attesa di chi ha il dovere di cambiare le regole, non solo venatorie che, allo stato dei fatti, sono superate altrimenti non rimane che andare a “caccia” dei responsabili.

Floriano Schiavoni
agronomo, cinghialaro e consigliere comunale

Commenti
alfio
Scritto da Visitatore anonimo il 2008-11-13 14:05:54
ma cosa si aspetta a modificare questi calendari venatori, per la maggior parte stilati da gente inesperta e non consapevole di cosa succede sul territorio
Osservazioni di Franco Talozzi Abitante
Scritto da Visitatore anonimo il 2008-11-13 18:48:45
Le osservazione e i consigli dati da Schiavoni sono apprezzabili e, dimostrano che certi problemi possono risolverli solo coloro che conoscono bene di che cosa si tratta. Io vivo in altro luogo-Provincia di Arezzo- ma i problemi che scaturiscono dall'eccessivo numero di questi selvatici, pongono anche al nostro territorio le stesse eccessive spese per rimborso dei danni. Il prelievo dalle oasi protette- come suggerisce Schiavoni-, potrebbe essere un rimedio abbastanza valido e nello stesso tempo l'ATC potrebbe incassare denaro per sopperire ai danni.

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