Pubblicato domenica, 28 dicembre 2008 16:06 - 2590 -
Condividi
|
Il Monopoli della "Pubblica Utilitā" |
L’incontro cattedratico avvenuto ad ottobre al San Rocco tra Società Autostrade ed il Comune, dirimpetto alla cittadinanza, non solo non ha sciolto i dubbi e le perplessità sul progetto della Complanare ma, con il passare di questi due mesi, ha svelato numerose conferme su quanto contestavamo e continueremo a contestare.
Avevamo ragione quando sostenevamo che il progetto della complanare costituiva una ghiotta occasione per gli speculatori edilizi. Ancora oggi sulle aree da lottizzare non v’è stata data alcuna garanzia che non possano cambiare di destinazione d’uso. Non solo. Le dichiarazioni del CNA sull’occasione di sviluppo che la complanare consegnerà attraverso la possibilità di nascita di nuove strutture industriali nelle zone limitrofe alla nuova strada, gli espropri avvenuti a Marzocca pagando le terre con la miserabile cifra di 1,62 euro al metro quadro rappresentano il preludio al nuovo scempio urbanistico che sta per incombere sulla città di Senigallia.
Avevamo ragione nel criticare l’assenza di soluzioni della complanare per il traffico della statale. Ad oggi Senigallia non possiede uno studio serio ed articolato sulla viabilità urbana che permette di dare credibilità al progetto della complanare. Attraverso la costruzione del nuovo casello autostradale di Montemarciano, in un tratto autostradale di 14 km vi saranno ben tre uscite autostradali che serviranno la città di Senigallia a Nord, Centro e Sud di essa (merce rara in tutto il tratto autostradale dell’A14). Questo avvenimento di sé costituisce una parte di soluzione del problema del traffico. Inoltre non v’è stata data ancora nessuna soluzione all’equazione “più strade meno traffico”. Una nuova strada costituisce dunque una nuova possibilità di rendere accessibile il territorio senigalliese a completa misura di automobile, in totale sfregio a quelle politiche di mobilità urbana che disincentivano l’utilizzo dell’automobile come mezzo di prima istanza. La rete di autobus mal distribuita e mal fornita ed i suoi costi sproporzionati (1,10 euro ovvero il costo di quasi un metro quadro espropriato, per usufruire di due fermate sono una rapina), sensi unici privi di piste ciclabili ed in preda all’arroganza delle autovetture continueranno a premiare la scelta dell’utilizzo dell’automobile. Se consideriamo inoltre i nuovi recettori di traffico che la complanare porterà attraverso l’urbanizzazione delle aree del Ciarnin e della Cesanella adiacente ad essa e la scarsa scorrevolezza della strada dovuta agli incroci a raso senza alcuna possibilità diretta di uscita per chi la percorre da nord a Sud, la Complanare non solo non ridistribuirà il traffico ma ne creerà uno nuovo su di un territorio che già paga pesantemente il prezzo della convivenza con l’autostrada, andando dunque ad insistere su di un’errata scelta urbanistica da tutti riconosciuta. Le polveri sottili provenienti dall’inquinamento da traffico non vanno ridistribuite a tutta la cittadinanza ma debellate. Esse se concentrate diversamente in zone svariate della città rappresentano ancor più una minaccia per la salute pubblica in quanto non sono solo un problema per chi vive in quelle zone ma anche per la città tutta in quanto gli agenti atmosferici fanno da vettore.
Avevamo ragione quando sostenevamo che la Complanare non fosse l’unica soluzione possibile. Il progetto di Carrer, la possibilità di usufruire dei tre caselli autostradali sopraindicati a pedaggio gratuito, soluzione analoga al modello comasco, sono solo due delle possibili soluzioni applicabili in alternativa alla complanare. Soluzioni che non richiedono un costo maggiore a quello attuale da parte della amministrazione comunale. Bisogna sfatare una volta per tutte il mito che la complanare è completamente regalata della società autostrade. Il 2% del costo totale dell’opera è a carico dell’amministrazione comunale. Attualmente ancora non è dato conoscere il costo complessivo dell’opera ma stando alle ultime cifre emerse un anno fa, l’intero importo ammonterebbe a circa 104.000.000 milioni di euro, il cui 2% equivale a 2.080.000 milioni di euro.
Ha ragione da vendere Roberto Saviano quando sostiene che “per capire su cosa si fonda il potere, quello vero, bisogna avvicinarsi al cemento, con le mani e col naso”. Complanare, Ex sacelit, ex Gil ed il Piano Cervellati rappresentano quattro grandi interventi urbanistici, gli ennesimi derivanti da varianti ad un piano regolatore vecchio oltre 30 anni, che andranno a rimpinguare le tasche dei palazzinari “in crisi” con l’ausilio di soldi pubblici. Una categoria verso la quale non mancano mai gli aiuti pubblici, mentre in contesti differenti ci si lamenta per l’assenza di fondi per la scuola pubblica a seguito dei tagli del decreto Gelmini dichiarando di poterne garantire il servizio, cosi com’è allo stato attuale, per altri soli due anni. L’unica categoria la cui rappresentanza non è mai stata in crisi, costantemente eletta attraverso seggi blindati, che riesce addirittura a convivere con le tesi di Pallante sulla “decrescita felice”. Fino a quando queste tesi non verranno oggettivamente smontate continueremo a sostenere radicalmente la più totale contrarietà alla realizzazione della complanare. Fino all’ultimo respiro.
CSOA Mezza Canaja http://csoamezzacanaja.noblogs.org|
Scritto da Visitatore anonimo il 2008-12-30 17:42:31 | |