Domenica 22 Febbraio i referendari presentanno le iniziative di risposta all’inammissibilità del Referendum sul Lungomare. Intanto diffidato il Comune affinché adotti il regolamento sulla partecipazione e annunciata anche la presentazione di una Proposta per la modifica dell’elezione del difensore civico e per l’attuazione degli istituti partecipativi (Petizioni, Istanze, Proposte, Consultazioni).
Domenica 22 Febbraio 2009, alle ore 16.30 presso il Palazzo del Duca renderemo pubbliche le prossime iniziative di risposta all’inammissibilità del Referendum sul lungomare, aperti al contributo di idee e proposte di tutti i cittadini.
Abbiamo, infatti, motivate ragioni per ritenere che, se non si porrà rimedio alle intenzioni dell’attuale Giunta Comunale, il lungomare di Senigallia nell’arco di un quindicennio sarà sottoposto a rovinose trasformazioni senza che mai nessun senigalliese abbia potuto pronunciarsi in merito, nemmeno in sede di piano regolatore, essendo totalmente falsa e destituita di ogni fondamento la tesi secondo la quale il Prg stabilirebbe già l’eliminazione del Lungomare. Ma non ci limiteremo a questo.
Prima ulteriore iniziativa sarà la diffida al Sindaco e al Presidente del Consiglio a che l’Ente comunale adotti entro trenta giorni il regolamento per gli istituti della partecipazione. Seguirà la presentazione, a corredo di tale richiesta e ai sensi dell’art 63 dello Statuto, di una Proposta, diretta a modificare in parte l’istituto del Difensore civico e le modalità della sua elezione, nonché a dare effettiva attuazione agli istituti della partecipazione: Istanze, Petizioni, Proposte, Consultazioni, e anche a precisare meglio taluni aspetti del Referendum consultivo. Altre iniziative seguiranno, poiché la nostra istanza, come tutte quelle portate avanti dai cittadini in questo periodo a Senigallia, è parte di un’istanza più grande, che è l’istanza dei diritti e della democrazia: cioè a dire chi davvero decide (e cosa si decide) sul presente e sul futuro della nostra città. Pertanto nei prossimi giorni, visti anche i comportamenti dell’amministrazione comunale, ci sentiremo in diritto dovere, come recita lo Statuto dell’autonomia comunale, “di contribuire agli interessi generali della comunità locale, anche con la vigilanza e la proposta, in relazione all’ordinato svolgimento della vita amministrativa.”
Abbiamo presentato una Petizione sul Piano d’Area ex colonie marine che ha raccolto oltre mille firme nell’arco di qualche settimana, ma, a termini abbondantemente scaduti, non abbiamo avuto alcuna risposta di carattere amministrativo dagli organi competenti, salvo trovarsi costretti a difendere, mediante formale diffida, la privacy dei firmatari dal “voyeurismo di palazzo” degli amministratori: totalmente incuranti del merito della petizione ma ossessionati dal sapere chi si fosse permesso di “ledere sua maestà” con una firma. Successivamente, di fronte al fatto storico che il palazzo delle colonie ex Unes, dal Novembre del 1943 al Maggio del 1944, è stato un campo provinciale di concentramento per ebrei ed antifascisti e anche in relazione all’esigenza di una completa salvaguardia degli esempi di architettura razionalista presenti a Senigallia, abbiamo presentato Istanza di riesame della delibera del Piano d’Area ex colonie marine, ma, a termini abbondantemente scaduti, non abbiamo avuto alcuna risposta di carattere amministrativo dagli organi competenti, salvo una laconica lettera del buon Presidente del Consiglio Silvano Paradisi il quale si giustifica dicendo che non essendo approvato il regolamento per gli istituti della partecipazione “insorgono dubbi interpretativi soprattutto in rapporto alla natura e al ruolo dei singoli organi istituzionali destinatari dell’iniziativa”. In pratica non sanno come trattare l’Istanza da noi presentata.
E’ evidente che questa dichiarazione del Presidente del Consiglio, a distanza di sei anni dall’ultima revisione dello Statuto ed essendo Senigallia ormai uno dei pochissimi comuni italiani privi di regolamento per la partecipazione, più che una giustificazione è un’aggravante di cui, amministratori che si sono riempiti in continuazione la bocca con la prosopopea sulla partecipazione, dovrebbero vergognarsi, prima ancora che di fronte ai cittadini, di fronte alla propria responsabilità politica e onestà intellettuale.
Abbiamo presentato richiesta di Referendum consultivo per il mantenimento di tutti i 14 km del nostro Lungomare nella sua attuale area di sedime, ma, come è ormai noto, pur di impedire il suo svolgimento hanno fatto di tutto: hanno prodotto in modo illegittimo una documentazione di falsa interpretazione della pianificazione urbanistica vigente; non hanno risposto alle nostre richieste di chiarimento in merito rivolte al dirigente del settore urbanistica, cosi che il comitato dei garanti basasse la sua istruttoria su una documentazione illegittima firmata da un architetto dell’ufficio tecnico, quando è risaputo che l’unico organo legittimato è il Consiglio Comunale; hanno lascito, di conseguenza, che il comitato dei garanti (garanti di cosa e di chi?) si sostituisse al Consiglio Comunale nell’autentica interpretazione della pianificazione vigente, al filo della quale era (ed è) appeso il giudizio di ammissibilità del Referendum; hanno ridotto l’istituto del Difensore civico, pagato dai cittadini proprio per portare avanti la difesa civica, in un ufficio aggiunto che sarebbe persino magnanimo definire di puntello legale al Sindaco.
D’altra parte, su tutte le più rilevanti questioni amministrative: vicenda della complanare; uso e destinazioni dei beni patrimoniali pubblici e storici; nuova pianificazione territoriale nel centro storico, nelle frazioni e per i progetti di nuova espansione; inquinamento e traffico urbano; programmazione culturale e teatrale; bonifica e piano d’Area ex Sacelit; i cittadini si sono trovati di fronte ad un’amministrazione municipale assolutamente ostile e preconcetta verso le questioni che da più parti venivano poste in modo serio e ragionato. A nessuno sfugge ormai che siamo in presenza di un potere sempre meno “governo” e sempre più “sistema”: un sistema fortemente condizionato da logiche estranee agli interessi generali della collettività e nel quale, proprio per ciò, le istanze diffuse dei cittadini sono vissute con disprezzo: un disprezzo che rasenta il tragicomico come nel caso dell’incarico allo scienziato Montanari.
E tuttavia, sotto l’incalzare delle iniziative assunte dai cittadini su tutti questi temi, in quel muro che ogni governo divenuto sistema erige contro i cittadini, qualche crepa si sta aprendo. Ogni giorno che passerà altri cittadini apriranno gli occhi e si uniranno per far valere i loro diritti. Non è un caso che si vedono già all’opera gli ubbidienti adepti dell’arte muratoria incaricati del rattoppo. A dire il vero nell’ultimo decennio il lavoro di rattoppo si è fatto via via più frenetico. Non sappiamo fino a quando potrà ancora reggere, ma una cosa è certa: è proprio in questi momenti che i poteri chiusi “danno il meglio di se”.
Dunque quel che più è importante per i cittadini è accompagnare la lotta per impedire che si producano guasti irreparabili con proposte serie ed alternative di governo della città, reclamando senza timori i diritti che sistematicamente vengono negati: consapevoli che le singole istanze civiche dei senigalliesi, prima o poi diverranno un’unica istanza di democrazia di tutta la città di Senigallia.
da Luciano Chiappa |