Pubblicato giovedì, 19 febbraio 2009 18:38 - Letture Articolo 2524 - Condividi 
"In corteo contro il Governo della paura"
Mezza Canaja
“Chi è di casa, chi è straniero, chi è diverso?
Partito con un sogno e rimasto senza poetica: Io, migrante italiano in America”.
(da “Jackanapes - Sono tuo simile” – Signor K)


“Vengono qua e ci stuprano le nostre donne”. E già, perché le nostre donne possiamo stuprarle solo noi. In fondo è questo il sottointeso che è nella testa di tutti coloro che ripetono questa frase.
Quel “nostre” dà la misura del livello di cultura maschilista, machista e fascista che è in quell’espressione. La donna è intesa come un oggetto, qualcosa che si possiede.
La causa della violenza sulle donne non è l’immigrazione – neanche statisticamente – ma è l’uomo. Un uomo di merda!
“Eh ma, gli immigrati sono tutti criminali, soprattutto i clandestini”. Come dire che tutti gli italiani sono mafiosi, soprattutto i siciliani. “Però ci rubano il lavoro”. Vallo a dire agli operai inglesi!

Potremmo proseguire con i luoghi comuni, soprattutto con quelli che il Governo fomenta con inaudita violenza per costruire il capro espiatorio dei mali che affliggono l’Italia. Ebbene sì, in tempi di crisi è necessario costruire il “nemico pubblico” per darlo in pasto al popolo affamato. L’Italia è in recessione, i consumi calano, gli stipendi vanno a picco, i licenziamenti e la disoccupazione andranno sempre più a costituire la quotidianità di molte persone. Chi lavora, invece, incroci le dita e speri di non essere tra quei quattro che ogni giorno ci rimettono la pelle. É la precarietà che ci rende insicuri e la nostra insicurezza è la loro sicurezza.

È la sicurezza dei banchieri e dei ricchi industriali che si sono visti risarcire la crisi che hanno prodotto. È la sicurezza di imprenditori e padroni senza scrupoli che decentralizzano in est-europa mentre in Italia mettono gli operai in cassa integrazione. È la sicurezza dei baroni e delle lobby politico-economiche che gestiscono la formazione e la ricerca. Per tutti coloro che invece si ritrovano investiti dalla crisi, c’è la risposta inutile e umiliante della social card. Il sovrano non vuole che il popolo muoia di fame, tanto meno che assalti i forni!

Il governo Berlusconi e soprattutto la Lega, avevano promesso più autonomia alle regioni, federalismo fiscale, detassazione e: “Padroni a casa nostra, perché Roma è ladrona!”. Mentre i leghisti sono tutti a Roma ad occupar poltrone, nulla di tutto ciò è stato realizzato ed in più nessuna risposta reale alla crisi economica è stata data, tantomeno alcuna forma di ridefinizione dello stato sociale o redistribuzione di reddito. E allora di chi è la colpa? Qualcuno, in fondo, dovrà più degli altri pagare la crisi! Per questo serve il capro espiatorio cui addossare tutti i mali, distogliendo così l’attenzione dalle politiche ad personam del governo. Ecco i migranti, ecco i nuovi untori!

La logica che sta dietro le norme vessatorie del pacchetto sicurezza nei confronti dei migranti è la stessa che ordina le cariche contro gli operai di Pomigliano e di Milano. Il padrone che fa lavorare in nero un clandestino è lo stesso padrone che ricatta i lavoratori italiani sui salari. L’affitto o il mutuo della casa sono un furto per tutti, e il problema delle graduatorie delle case popolari non sono i migranti, bensì l’assenza decennale di una politica abitativa di cui il più grande responsabile è lo Stato. La guerra tra poveri fa comodo a Berlusconi, agli speculatori, ai banchieri, agli strozzini, ai palazzinari, alla mafia e agli squadroni fascisti paragovernativi con la loro politica di coltelli e spranghe. La guerra tra poveri è contro chi lavora, chi studia e tra le mille insidie della precarietà cerca di costruirsi un futuro.

La paura, la xenofobia e il razzismo producono insicurezza per tutti e tutte, perché ci rendono diffidenti gli uni verso gli altri. Diffidenti del nostro vicino di casa o di chi ha una lingua diversa. La stessa diffidenza, la stessa paura, che viene richiesta come alibi morale a chi lavora negli ospedali per denunciare un clandestino. La sanità la vogliamo per tutti e la vogliamo gestita da medici e infermieri, non da spie e delatori.

Sabato 21 febbraio alle ore 17:00 saremo in Via Carducci per raggiungere in corteo l’ospedale cittadino e chiedere che la direzione sanitaria locale affermi tramite una posizione netta, ufficiale e pubblica il suo impegno a non denunciare gli immigrati clandestini che necessitino di cure.


CSOA Mezza Canaja - Ambasciata dei Diritti
http://csoamezzacanaja.noblogs.org

Commenti
luoghi comuni
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-02-20 08:42:20
gli altri sono infarciti di luoghi comuni...e voi no??? io potrei ribaltare il concetto che voi avete espresso nel titolo...siccome gli italiani stuprano le proprie donne chi viene qui é autorizzato a stuprarle tutte ..secondo me é questo quello che avete detto e se c'é qualcunio che ritiene le donne un oggetto sono proprio queste persone che vengono da una cultura dove le donne non hanno nessun diritto, quindi attenti come a parlate. Noi siamo considerati cacca perché siamo infedeli ai loro occhi, le donne poi sono considerate la cacca della cacca....svegliatevi pelandroni..io vorrei sapere chi vi mantiene o come vi mantenete..parlate tanto di operai ma credo che in mezzo a voi ce ne siano veramente pochi se non nessuno. Andate a fare la morale in mezzo al deserto del sahara. ed infine fascisti sarete voi , anzi voi siete dei fasciocomunisti perché chi non é della vostra idea lo volete solo distruggere. Non vi dico altro perché siete completamente vuoti di valori che qualsiasi offesa non la capireste. 
ciao

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