 Senigallia può essere letta come una gradevole città che vive prevalentemente di un suo tradizionale turismo balneare, con commercio e artigianato sufficientemente vitali e con scarsa vocazione industriale. La pesca e le altre attività legate al porto hanno subito le conseguenze di un’infrastruttura che ha sofferto il problema del costante interramento. Discretamente va l’agricoltura che ha saputo cogliere le nuove opportunità legate alle nuove produzioni che la stanno riqualificando, ma a sorpresa è il terziario che rivela una maggiore dinamicità, con un consistente numero di addetti e aziende di alto profilo che si sono ritagliate nuovi spazi innovativi, quasi nell’ombra e ad insaputa della maggior parte dei senigalliesi, producendo fatturati importanti.
Il rilancio della città deve partire dall’evoluzione di questa situazione generale con una pianificazione a 360 gradi che controlli e regoli le continue interrelazioni che ad esso concorrono, senza tralasciare tematiche importanti come la sostenibilità ambientale e l’efficienza dei servizi.
Si avrà un pieno raggiungimento di questo obiettivo, solo se ci sarà capacità di programmare, riorganizzare, inquadrare e riavviare trasformazioni socio economiche nuove e in atto, con una progetto organico che proceda però poi nel modo più lineare e naturale possibile, senza bavagli e condizionamenti politici che, con scelte inconsapevoli e inopportune, vadano a creare situazioni penalizzanti.
Il ruolo del pubblico, compiuta la progettazione, dovrà essere esclusivamente quello di accompagnare e incentivare il processo esercitandone solo la funzione di controllo.
Al binomio urbanistica e turismo sarà affidato il traino del nuovo sviluppo, con funzione catalizzante per gli altri settori, senza null’altro escludere o trascurare, neppure ipotetici, quanto improbabili, nuovi insediamenti produttivi di tipo industriale, quando e se dovessero presentarsi.
Al nuovo turismo, in frenetico e continuo trasformismo che, abbandona i canoni della vacanza rilassante e si propone in una veste più dinamica per agevolare la pratica di interessi, svaghi e hobby normalmente sacrificati, compressi o impediti durante il periodo lavorativo, per scarsa disponibilità di tempo, vanno proposte spiaggia e città accoglienti, che ne dovranno garantire ambientazione e contesto ideali. Ciò è condizione necessaria, ma di per se insufficiente se la città non verrà resa ancora più attrattiva e funzionale per il turista, che dovrà godere di un accoglienza privilegiata in un ambiente stimolante e straordinario. e con una qualità della vita elevata.
Ecco che allora il verde diffuso dei corridoi ambientali, collegamento in serie dei nuovi parchi urbani con una fruibile asta fluviale, con i giardini pubblici e con i viali alberati, assieme alla città vivibile e decongestionata dal traffico, alle passeggiate, alle piazze, a un maestoso centro città con un grande concentrazione di vecchi e nuovi monumenti, scenari di generosi orizzonti spaziali, alle indispensabili strutture per lo sport, lo svago e il divertimento, ai caffè e ai ristoranti e ad un nuovo porto funzionale ancora più ampio, diventano tutti elementi concorrenti e integranti della nuova pianificazione che dovrà avvalersi di una regia unica capace di coordinare le diverse professionalità necessarie, oggi mal gestite nei tanti inutili e dispersivi studi di piani specifici spesso in contrasto e in sovrapposizione tra loro e con gli strumenti urbanistici.
La qualità della pianificazione dipenderà tanto dai requisiti di base, e in questo Senigallia possiede potenzialità straordinarie, quanto dalla capacità di gestione del processo, purtroppo latente, proprio nella fase più importante, in cui, per la città, si sta definendo la più importante trasformazione epocale di sempre, con una nuova configurazione della stessa destinata a rimanere inalterata nel tempo.
Questa assenza di regia e i tanti errori politici di maggioranza e di un opposizione dormiente, mai attenta alle questioni sostanziali, fanno presagire ormai un risultato scadente quasi scontato, quando ancora, sussisterebbe la possibilità di raggiungere un livello di eccellenza, tentando, con una tregua politica bipartisan nell’interesse di Senigallia, un intervento di correzione tempestivo e prioritario su quella parte strategica del territorio comunale comprendente il centro storico, il cuore del lungomare, l’area Sacelit-Italcementi e il porto apportandovi in corsa correzioni radicali e ricercandovi l’indispensabile coordinamento per porre rimedio ad un inquadramento incongruente e arruffato, frutto di progettualità settoriali sconnesse.
Facendo riferimento ad esempio al nuovo porto ritornato praticabile, immaginato però ulteriormente ampliato con ben altri spazi di servizio, meglio relazionato con gli accessi, con il centro storico, con i lungomari e addirittura fuso con l’area Sacelit-Italcementi, si può facilmente intuire come alla propria funzione operativa e di ritrovato volano economico si può associare quella di Water Front e di nuovo luogo privilegiato dello stare. Il nuovo intervento della Sacelit-Italcementi dovrà invece spogliarsi della sua impronta privatistica, segregata e occlusa a favore di una alternativa di maggior respiro e più aperta al mare che meglio gestisce e condivide il proprio spazio con una migliore e più funzionale fruibilità urbana a beneficio di tutti e in primo luogo dei i nuovi residenti che potranno godere di un più prestigioso ambiente abitativo.
Un intervento così modificato, impreziosito e armonizzato da una valida ricucitura e dall’integrazione con il centro e con la città si proporrebbe anche come sicuro attrattore di un turismo elitario, oggi fuori portata per Senigallia.
Ma il raggiungimento di standard elevati di vivibilità, gradevolezza e organizzazione della città diventeranno anche ambizione e stimolo di residenza per tanti, che sempre con maggior frequenza, sono in grado di esercitare la propria attività o professione in casa propria senza particolari supporti, promovendo una nuova risorsa economica dell’abitare, come conseguenza della acquisita lusinghiera capacità di attrazione della città, diventando incentivo importante per un incremento demografico, strategico ad un funzionamento ottimale della città e obiettivo prioritario del nuovo piano regolatore.
Piano che dovrà essere di moderna concezione rigido e inamovibile sulla parte strutturale, semplificato, flessibile e partecipato invece nella parte operativa impostata più sulle logiche razionali della nuova fisica urbana piuttosto che su superati convincimenti privi di fondamenti.
L’illustrazione in testa, che può essere scaricata anche in formato PDF, dà l’ interpretazione della città correttamente pianificata, con la realizzazione di una valida connessione che supera agevolmente le barriere del fiume e della ferrovia, esaltando le nuove grandi spazialità, i polmoni verdi collegati in serie, i percorsi ciclabili, le grandi passeggiate esclusivamente pedonali e un alternativa proposta per l’intervento Sacelit-Italcementi, oltre ad un porto ulteriormente ampliato.
da Paolo Landi
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vivace fantasia
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-02-28 10:27:45
Ma se ci vogliono imporre una complanare a fianco dell'autostrada .Guardiamo la situazione con un tantino di concretezza .Esiste già l'autostrada che limita l'espansione della città,con tutte le problematiche ,risolviamo per ora la situazione autostrada e quella più massacrante della complanare.Grazie | giorgino
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-02-28 17:59:06
per l'appunto , la complanare permeterebbe di deccongestionare il traffico della statale
e tutta senigallia diventerebbe cossì una oasi verde! | Scritto da Visitatore anonimo il 2009-02-28 18:06:59
      | Confini!
Scritto da Visitatore anonimo il 2009-03-01 08:20:45
E' vero per qualche Senigalliese la città finisce al Corso 2 Giugno! |
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Senigallia può essere letta come una gradevole città che vive prevalentemente di un suo tradizionale turismo balneare, con commercio e artigianato sufficientemente vitali e con scarsa vocazione industriale. La pesca e le altre attività legate al porto hanno subito le conseguenze di un’infrastruttura che ha sofferto il problema del costante interramento. Discretamente va l’agricoltura che ha saputo cogliere le nuove opportunità legate alle nuove produzioni che la stanno riqualificando, ma a sorpresa è il terziario che rivela una maggiore dinamicità, con un consistente numero di addetti e aziende di alto profilo che si sono ritagliate nuovi spazi innovativi, quasi nell’ombra e ad insaputa della maggior parte dei senigalliesi, producendo fatturati importanti.