Lunedì prossimo tornerà ancora in Consiglio la Variante al PRG “Arceviese”, che riguarda territorio e frazioni dal ponte dell'A 14 fino a Casine, un atto che ha ricevuto molti rilievi da parte della Provincia, che accolgono solo in parte le critiche che abbiamo avanzato in questi anni.
Ad esempio, la Provincia ha riconosciuto sbagliata sia la cosiddetta “conurbazione lineare pressoché continua fino alla frazione di Vallone” sia l'espansione dei centri frazionali che “risulta estranea al principio generale di localizzazione delle zone edificabili in continuità con l'edificato esistente”; purtroppo non ha messo in discussione la previsione del nuovo centro direzionale che riempirà ogni spazio tra il nuovo casello autostradale ribaltato e il Borgo Bicchia, costituendo un enorme recettore di traffico in quell'area già intasata.
Comunque, i rilievi della Provincia mettono in luce anche altro e non poco. In particolare, sono rivolti contro la scelta di comprendere aree a tutela integrale previste dal P.P.A.R. (Piano Paesaggistico Ambientale Regionale) all'interno dei comparti di espansione. Avete letto bene: a Borgo Passera, Vallone e Bettolelle, aree tutelate perché vicine a corsi d'acqua sono state incluse nei comparti e concorrono al calcolo dei volumi degli edifici da costruire. Non a caso, dopo questi pesanti rilievi, la Giunta ha cancellato l'espansione a Borgo Passera ed ha trovato degli escamotage per lasciare i comparti di Vallone e Bettolelle.
Sorge, però, a questo punto, una questione. La Variante Arceviese è stata dibattuta a lungo, in maggioranza, in Commissione e in Consiglio nella prima fase di approvazione, poi, di nuovo in maggioranza, Commissione e Consiglio nella successiva fase della adozione definitiva, seguente alle osservazioni dei cittadini.
Mi chiedo: com'è stato possibile che i due Assessori all'Urbanistica e i due Dirigenti (c'è stato un certo avvicendamento da quelle parti) non abbiano mai scritto o dichiarato, né in maggioranza né in Commissione e tanto meno in Consiglio, che la Variante sconfinava in aree a tutela integrale? Come hanno fatto a sostenere che quanto proposto era in linea con ogni normativa vigente? Tecnici ad alta specializzazione ed Assessori come facevano a non sapere?
Se non sapevano, non erano e non sono idonei per quei ruoli tecnici e politici che ricoprono. Invece, se sapevano ed hanno taciuto di fronte ai Consiglieri ed alla città, è evidente che hanno lavorato per creare il fatto compiuto, per determinare una scelta da far approvare, prima, in modo subdolo dalla maggioranza, cosicché fosse poi difesa dalla stessa maggioranza in nome della fedeltà politica.
In ogni caso, fino a prova contraria, resta il fatto che a Senigallia si programma l'uso del territorio cercando di eludere le normative di tutela previste dagli enti superiori e, in barba a qualsiasi principio di trasparenza e partecipazione, si decide in pochi, offrendo mezze verità al dibattito istituzionale e all'opinione pubblica. E' quanto mai evidente la necessità di cambiare stile nel governo della cosa pubblica.
Da Roberto Mancini, Capogruppo Consiliare del Partito della Rifondazione Comunista al Comune di Senigallia |