E’ bastata l’idea dei matrimoni alla rotonda e la proposta di insediare un casinò in città per paragonare Senigallia ad una nuova Las Vegas o Montecarlo.
A proposito appare quanto mai appropriata la citazione dell’architetto Puig Domenec che nell’incontro del marzo del 97 a San Rocco sulla Sacelit disse che le idee possono essere diverse, ma ciò che conta è riaccendere l’entusiasmo popolare, né sono importanti i soldi, né la partecipazione degli enti pubblici.
Ben vengano quindi nuove proposte a cui vogliamo dare accoglienza e ambientazioni degne e, a loro volta, contributive al rilancio della città che, così, rafforza la sua capacità di attrazione.
Dall’idea progetto di riqualificazione del panorama urbano di Senigallia, estrapoliamo l’ipotesi di un nuovo lungomare centrale che rimpiazza l’esistente, rigenerando quei luoghi, oggi letteralmente spenti e impietosamente recisi dal fiume, sentenziatore del termine di quello di levante e dell’allontanamento e del deprezzamento di quello di ponente.
La nuova proposta realizza una prestigiosa passeggiata, di un chilometro, tra Rotonda e hotel International, che rinsalda i due lungomari, riassegnando loro, in modo spontaneo e naturale, un baricentro unico, più consono e adeguato, a ridosso del centro storico, con l’inclusione del porto e del nuovo intervento sull’area Sacelit- Italcementi.
Gli estremi della nuova passeggiata, interamente pedonale e affiancata della pista ciclabile, rappresentano punti focali, significativi e straordinari di congiunzione al restante litorale, con la Rotonda e la piazza della libertà, da una parte e, dall’altra, con una rotatoria, creata da una fontana monumentale, che interrompe ed espelle il traffico carrabile e organizza gli accessi alla via commerciale, all’area Sacelit, al nuovo porto e alle arene per le manifestazioni sportive e teatrali all’aperto.
La passeggiata è identificata dalla successione di tre nuove e diverse tipicità specifiche di questo tratto di litorale, rappresentative di una via con negozi al termine di via Mameli, della piazza d’acqua e di una rielaborazione ispirata alle vecchie palafitte dell’Hotel Bagni in corrispondenza di via Marconi.
Il primo segmento è impostato su una ricercata occlusione della vista mare dal piano strada, per un solo tratto di soli 200 metri, con lo scopo, sia di interrompere la monotonia di un paesaggio, per quanto gradevole, sempre identico, sia per creare agli avventori una diversificazione e una distrazione prodotte dal un nuovo nastro di negozi e ritrovi, allineati sul lato mare e in grado di restituire anche la visuale perduta nel contesto più suggestivo della propria copertura, componente e parte integrante del più ampio ed esteso terrazzo che apre la città al mare e al porto.
Si può realizzare qualcosa, somigliante al noto e rinomato viale Ceccarini di Riccione, che con una programmazione oculata delle tipologie da insediare e complice la straordinaria ubicazione può raggiungere il massimo grado dell’eccellenza. Questo nuovo tratto di via Mameli potrà essere visto anche come ampliamento e prosecuzione della passeggiata commerciale della città, unita a Corso 2 giugno attraverso la via del fiume.
Sul segmento meridionale di via Marconi è invece lecito ipotizzare un lungomare diverso che abbandona i canoni dei tradizionali parallelismi a favore di una spiaggia più omogenea e compatta che arriva al limite dell’edificato, eliminando il muretto parasabbia e le cabine spostate in alto sulle palafitte, piantate al sicuro sulla sabbia, che realizzano anche un percorso longitudinale aggirando i chioschi dei bar-ristoranti.
I 400 metri di strada vengono sostituiti da un rigoglioso boulevard di palme e sulla nuova passeggiata si immetteranno dal centro storico gli altri tre straordinari percorsi di via Leopardi, del fiume e del cannocchiale, da dove, dall’ombrellone in spiaggia saranno visibili scorci di Rocca e la biblioteca, anche se, per questo obiettivo, dovranno essere rimosse logiche legislative, che potrebbero bloccare la demolizione dell’ex Bagni, impedendo con la strumentalizzazione di ragioni storiche la realizzazione di una migliore architettura futura.
Ma il trionfo del nuovo lungomare è sancito appieno, nella sua parte centrale, dalla piazza d’acqua, destinata ad elevarsi a primo simbolo della città, integrata e vestita da un alternativo progetto sull’area Sacelit, che sviluppa un’architettura dalle linee curve e morbide che infondono una sensazione di armonia, come se si fosse in presenza di un paesaggio naturale e con un terrazzo, di water front, che amplifica e propaga all’infinito, quello spazio grandioso che già ha raggiunto la sua apoteosi sulla piazza.
Negli stessi luoghi dove oggi è rappresentata l’emarginazione urbana, dove si incontrano le barriere del fiume e della ferrovia si realizza invece il miracolo delle congiunzioni e delle convergenze.
Qui vanno a incontrarsi e si riorganizzano, in una apparente e gioiosa confusione, le acque del mare e del fiume, gli spazi dei corridoi ambientali con i giardini e i parchi urbani, il centro storico, il porto, le nuove architetture della Sacelit, tutti gli orizzonti visivi per 360 gradi e le percorrenze e le passeggiate che in questo spazio trovano anche una occasione ospitale di sosta a coronamento di un traguardo raggiunto.
Il fiume non è più distanziatore, ma ameno collante, con il nuovo ponte monumentale che ospita tutte le forme di mobilità, riservando però una condizione privilegiata a quella lenta che da continuità alla passeggiata litoranea senza strozzature.
Il ponte, con la sua pendenza di appena il 2%, supera nel suo culmine i 3 metri sopra la banchina, consentendo il passaggio delle vongolare e dei cabinati da e per la darsena Bixio, diventa altresì postazione privilegiata di osservazione sul centro storico e sul mare, oltre che prolungamento di accesso agevole e diretto al terrazzo sopraelevato della Sacelit., inoltre con la ciminiera è anche parte integrante di un’eccezionale orizzonte visivo che si traguarda tra rotonda e centro del terrazzo sul mare. Il congiungimento diffuso sulla piazza si completa pienamente con il supporto della traslazione dell’attuale passerella mobile, resa fissa. in corrispondenza della Pagaia.
Quello che però rende straordinaria questa piazza è la sua unicità che non la fa essere solo luogo di incontro, ma anche rappresentazione di memoria storica delle trascorse fortune della città legate al mare, luogo di lavoro, di rilassamento e soprattutto suggestivo luogo di contemplazione immerso in un paesaggio mixato di naturalità spontanee e costruite, di scenografie architettoniche antiche e moderne.
Una piazza aperta che per lungo tempo potrà essere laboratorio sperimentale di architettura per giocare su verticalità, che nascondano i parcheggi a raso e che riempiano parzialmente gli spazi smisurati senza mai interromperne la visibilità
Per queste considerazioni, la città non potrà accettare la proposta ufficiale in corso per la Sacelit, anche se di notevole levatura, in quanto calata in un progetto di città approssimato e senza ricerca.
Ing. Paolo Landi |
bella idea Scritto da Visitatore anonimo il 2009-03-27 09:10:19 quando sara' tutta questa bella idea realizzata? | Scritto da Visitatore anonimo il 2009-03-27 09:44:53 ottima proposta, anche se secondo me son altr le priorità per un rilancio, anche turistico, di Senigallia | |