Dopo Luciano Montesi ecco da Roberto Fabri, altre riflessioni sulle proteste del "Comitato Versus COmplanare" andate in onda in diretta nazionale radio e web grazie allo spazio CaterRaduno 2009, ultimo appuntamento di domenica 14 giugno
Gentile direttore,
domenica mattina (14 giugno,
Ndr) in Piazza Roma, nella giornata di addio del Caterraduno alla città ed agli ascoltatori, abbiamo assistito ad un poco edificante spettacolo inscenato dal
Comitato “No Complanare” che voleva, a tutti i costi, rappresentare sul palco (e forse in diretta radiofonica nazionale) le proprie posizioni contro il progetto.
Non voglio entrare nel merito della querelle che contrappone il Comitato all’Amministrazione Comunale (o forse all’intero Consiglio Comunale, visto che quella sulla complanare, se non ricordo male, è stata l’unica delibera del Consiglio presa all’unanimità dei componenti eletti dalla Città).
Voglio, da semplice cittadino di Senigallia che ai Caterraduni ha sempre partecipato (ad iniziare da quello di Brisighella ben oltre 10 anni fa) e che ha attivamente operato per avere la manifestazione a Senigallia, rappresentare il mio
profondo rammarico e disappunto per quanto domenica mattina tutti hanno avuto modo di vedere e subire.
Una sparuta minoranza rumorosa che, nel totale dispregio delle regole del vivere democratico, ha violato i diritti della maggioranza (silenziosa) rappresentata da un pubblico (non solo di Senigallia, tra l’altro) convenuto in piazza Roma per partecipare ad un evento unico nel suo genere e, soprattutto, per condividere un progetto di solidarietà, un progetto di sostegno alle iniziative di una Libera associazione.
Una sparuta minoranza che non ha capito che
non era quello il luogo ove rappresentare le più o meno legittime opposizioni ad un progetto cittadino perché: sarebbe stato un monologo privo di contraddittorio, al quale non si sarebbero potute contrapporre le ragioni dell’altra parte (la maggioranza dei cittadini di Senigallia), perché al pubblico di Caterpillar (nazionale per fortuna) poco importa dei problemi locali; perché non era la vostra piazza e non eravate invitati. Quella è la Piazza, come tutte le altre belle piazze che negli ultimi anni ci sono state date in uso e che il pubblico italiano di Caterpillar ci invidia, degli ascoltatori e dei democratici cittadini di Caterpillar.
Volevamo invitarVi, ma gli altri giorni non Vi abbiamo visto.
Dove eravate venerdì quando si è svolta l’asta della legalità e tanta gente si è attivamente spesa, nel vero senso della parola, per contribuire al successo del progetto di creare una cooperativa nelle terre sequestrate alla mafia? Dove eravate, “bravi”, protetti, viziati e garantiti figliocci della borghesia senigalliese, straordinari paladini del “bene comune” e altrettanto straordinariamente incapaci di farvi carico di progetti dove si diventa anonimi,
ove si diventa collettività, popolo (quello del Caterraduno) e si perde quella visibilità localistica per la quale operate e vivete?
Imparate a guardare in grande e volare alto.
Imparate a rispettare le regole della democrazia. Imparate a rispettare il popolo del Caterraduno, i suoi conduttori, la città e la tanta gente che grazie a quella manifestazione lavora e si dispera un po’ meno in tempi di crisi.
Imparate una cosa. Quella piazza è di tutti. Ma durante il Caterraduno le regole le dà il popolo del Caterraduno. Rispettatele e noi Vi rispetteremo.
Roberto Fabri